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alfredo chiappori

STORIE D’ ITALIA

il quarantotto 1846/1860

con un commento di FRANCO DELLA PERUTA

Chi al giorno d’oggi ha il tempo di realizzare una storia d’ Italia a fumetti, deve essere per forza uno che si annoia e non c’ha nulla di meglio da fare, tipo Enzo Biagi per citare un nome a caso.

Ma in questo particolare caso specifico, si opera ed agisce nel rispetto della verità documentale tramandata e trascritta e nell’ ossequio degli annali del sapere in nome di una causa universale immensamente nobile e suprema : il revisionismo esistenzialista , consolidato modus operandi e vituperato marchio di fabbrica del cartoonist sovversivo ed anarcoinsurrezionalista Alfredo Chiappori , che della procedura surrettizia e scorretta di stravolgere ed alterare in forma bislacca di comics infondati ed inattendibili la realtà tradizionalmente certificata sui testi accademici e sui registri parrocchiali, ha fatto per decenni la sua risorsa principale di esistenza e sostentamento, e continua a campare e a sfamarsi pure oggi lasciando ancora circolare impunemente queste ignobili apologie della menzogna consapevole e premeditata che hanno sempre forte presa sui creduloni e sugli sprovveduti

umorista caustico ed irriverente, propugnatore, responsabile e probabilmente correo di una felice e feroce campagna di accanita ed incessante satira fumettistica che ha attraversato in modo assolutamente indenne ed inefficace i peggiori anni dell’ italia funestata dalla oppressione democristiana e della fiat, per sfociare, ristagnare ed imputridire nelle paludi morali ed intellettuali del pre/post/meta-berlusconesimo, in cui ha parzialmente abdicato dalle esuberanze del segno e si è convertito per esaurimento o per estenuazione ai ruoli più prudenti e sobri di romanziere e di pittore di santini

la sua personalissima estremizzazione grafica e politica della pragmatica linea di osvaldo cavandoli si sublima e sconfina in territori intellettuali accidentati e ostili, tra trionfali e tripudiosi rigurgiti di pervadente e sbalorditiva policromia

Questo è il secondo dei 4 volumi che costituiscono la edizione originale, il commento critico, le delucidazioni e le speculazioni analitiche sono dell’ esperto ed autorevole Franco Della Peruta

Chiappori semplifica il quadro storico-politico che ha portato al processo unitario e, nel linguaggio più congeniale a un autore di satira, ricorre spesso alle formule verbali e popolari dell’epoca – motti, rime e canzoni di guerra o di taverna – con lo scopo di sintetizzare i fatti con espressioni colorite a fare da puntello a una narrazione altrimenti troppo seriosa. Ciononostante, o proprio per questo, la forma divulgativa del libro funziona egregiamente, e Chiappori sottolinea in modo preciso le tare del popolo e dei suoi governanti, che hanno fatto dell’anomalia italiana una sorta di carattere nazionale, già pienamente formata al nascere dello Stato unitario. Un anomalia che oggi vediamo portata alle estreme conseguenze.

L’opera è arricchita dai contributi critici di alcuni importanti storici italiani, per il presente volume Franco Della Peruta, con lo scopo di inquadrare gli avvenimenti storici narrati mettendoli in relazione con il nostro presente.

Dall’ introduzione di Oreste Del Buono al primo volume :

“Le storture nazionali sono nate li’. Li’ si sono aggrovigliati i nodi che non si riesce ancora a sciogliere, e, anzi, si aggrovigliano ulteriormente a ogni nostro tentativo di chiarificazione. Forse Alfredo Chiappori ha imboccato l’unica via che gli e’ consentita per fare satira: ridisegnare tutta la satira che ci fu, o piu’ spesso non ci fu, degli eventi della storia italiana. Una grande ambizione e una grande impresa. Che davvero nel nostro orticello, non di guerra ne’ di guerriglia, ma almeno di schermaglia, stia succedendo qualcosa di serio?”