Descrizione
PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO, UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .
THE ALLMAN BROTHERS BAND
eat a peach
Disco Doppio 2 LP 33 giri ,1972 , this is 1975 reissue, capricorn records, 2659 034 SUPER ( 2476-101 / 2476-102 ) , UK
BUONISSIME CONDIZIONI, vinyl ex++ , cover ex-, credits sheet included / è incluso l’ inserto con credits e dettagli, moderate ring mark and a little pencil signature deleted on cover picture bottom/ lieve segno di ring e piccola firma a biro cancellata alla base del disegno di copertina
The Allman Brothers Band è un gruppo musicale southern rock formato a Macon, Georgia nel 1969. Fondata originariamente intorno ai due fratelli Duane e Gregg Allman la line up originale è costretta a cambiare a causa dell’improvvisa morte del chitarrista Duane Allman,
causata da un incidente stradale alla fine del 1971. Famosi per le loro
esibizioni dal vivo, vengono considerati una delle migliori live band:
il loro disco più famoso e apprezzato rimane At Fillmore East, storica performance del marzo del 1971. In seguito alla morte di Duane Allman il chitarrista Dickey Betts,
gia seconda chitarra, lo sostituisce alla chitarra solista: con questa
nuova formazione incomincia ad arrivare anche il successo commerciale,
grazie ad album più leggeri, spensierati e di più facile ascolto, ma
artisticamente meno rilevanti. Una delle caratteristiche principali del
gruppo è quella di basare la sessione ritmica sull’utilizzo di due
batterie, che eseguono la stessa partitura ma sfasata di una battuta.
- Etichetta: CAPRICORN
- Catalogo: 2659 034 SUPER DOUBLE
- Matrici : 2476 101 A 1 420 03 1 1 2 3 / 2476 101 B 1 420 03 1 1 5 / 2476 102 A 1 420 03 1 2 1 0 / 2476 101 B 1 420 03 1 1 1 9
- Data di pubblicazione: 1975
- Supporto:vinile 33 giri
- Tipo audio: stereo
- Dimensioni: 30 cm.
- Facciate: 4
- Copertina apribile/ gatefold , including insert with credits, brown label, white paper inner sleeves
Eat a Peach is a 1972 double album by the American Southern rock group The Allman Brothers Band; it was the last to include founding member and lead slide guitar player Duane Allman, who was killed in a motorcycle accident while the album was being recorded.
This album came close on the heels of their breakthrough At Fillmore East set and featured live tracks that did not make it onto that album, including boogie classic “One Way Out” and two entire album sides devoted to “Mountain Jam“, a 33-minute improvisation based around Donovan‘s song “There Is a Mountain.”
The remainder of the album was recorded in-studio and served to
cement the Brothers’ reputation as innovative Southern rockers. Several
tracks featured a new emphasis on more lyrical acoustic work, notably
on “Melissa” and the guitar classic “Little Martha.” The lilting “Blue Sky” became an album-oriented rock
radio staple, while “Ain’t Wastin’ Time No More” served as both a quiet
generational anthem and a personal statement of purpose by the band in
the face of Duane’s death.
The widespread story regarding the origin of the album’s title, that
the truck involved in Duane Allman’s fatal motorcycle accident was a
peach truck, is not correct; the truck involved was actually a flatbed
lumber truck. The name actually came from something Duane said in an
interview shortly before he was killed. When asked what he was doing to
help the anti-war
effort, Duane replied, “There ain’t no revolution, it’s evolution, but
every time I’m in Georgia I eat a peach for peace; the two-legged
Georgia variety.” The album’s name was originally slated to be The Kind We Grow in Dixie,
and the artwork for the album showed a peach. Band members were
dissatisfied with the name, and the image suggested Duane’s quote
instead.
The album art was selected by Rolling Stone
magazine in 1991 as one of the 100 greatest album covers of all time.
The album cover was done by Flor Noi (James Flournoy Holmes), who lives
in Atlanta Georgia.
Allman Brothers fans sometimes speculate that Duane Allman’s reference was to T. S. Eliot‘s poem “The Love Song of J. Alfred Prufrock” (1917):
- Shall I part my hair behind? Do I dare to eat a peach?
- I shall wear white flannel trousers, and walk upon the beach.
- I have heard the mermaids singing, each to each
In the context of Eliot’s familiar poem, the peach represents the
sensuous immediate realities of full-blooded life (due to the
associations between peaches and sexuality), which the album’s title Eat a Peach dares one to embrace.
Track listing
side 1
- “Ain’t Wastin’ Time No More” (Gregg Allman) – 3:40 ***
- “Les Brers in A Minor” (Dickey Betts) – 9:05 ***
- “Melissa” (Gregg Allman/Sandy Alaimo) – 3:05 ***
side 2
- “Mountain Jam” (Donovan Leitch/Duane Allman/Gregg Allman/Dickey Betts/Jai Johanny Johanson/Berry Oakley/Butch Trucks) – 19:37 *
side 3
- “One Way Out” (Marshall Sehorn/Elmore James) – 4:58 **
- “Trouble No More” (McKinley Morganfield) – 3:28 *
- “Stand Back” (Gregg Allman/Berry Oakley) – 3:25 ***
- “Blue Sky” (Dickey Betts) – 5:10 ***
- “Little Martha” (Duane Allman) – 2:08 ***
side 4
- Mountain Jam Cont’d (Donovan Leitch/Duane Allman/Gregg Allman/Dickey Betts/Jai Johanny Johanson/Berry Oakley/Butch Trucks) 15.06 *
(*)Recorded Live At Fillmore East, New York, March 12 & 13, 1971
(**)Recorded Live At Fillmore East, New York, June 27, 1971
(***)Recorded At Criteria Studios, Miami, Florida, September through December 1971
Lineup
- Gregg Allman – organ, vocals, piano, electric piano
- Duane Allman: slide and lead guitars (Tracks 4-9)
- Dicky Betts – slide and lead guitars, vocals, monkey skulls
- Jai Johanny Johanson – drums, congas
- Berry Oakley – bass
- Butch Trucks – drums, percussion, tympani, gong, vibes, tambourine
Ci troviamo nel 1971 ed i due fratelloni Allman
da qualche tempo miscelano sapientemente la tradizione del blues con
quella del soul, shakerando il tutto con massicce dosi di influenze
jazzistiche provenienti da Coltrane e Davis (Duane Allman conosceva
alla perfezione ogni singola nota di “Kind of Blue”).
Supportati da una sezione ritmica consistente ed innovativa (si
combatte ancora per capire se furono gli Allmans o le Mothers di Zappa
ad essere i primi ad inserire due batteristi nella line up) e
coadiuvati d Dickey Betts, altra ottima mente compositiva nonchè
vigorosa chitarra, la Allman Brothers Band mise insieme una carovana in
perenne tour la quale diede ben presto vita a quello che ancora oggi è
uno dei migliori spettacoli live esistenti se non addirittura LO
spettacolo live per antonomasia. Il tutto a dispetto delle defezioni,
morti, reunion e disfacimenti che hanno percorso la vita della Band.
Era l’anno di grazia del 1971 e gli Allmans erano reduci da 3 serate
infuocate al leggendario Fillmore East di New York City (11 , 12 e 13
marzo). La grandezza dello spettacolo del 13 e l’intuito e la
caparbietà di Phil Walden della Capricorn a voler far uscire non solo
un album live (fino a quel tempo solo due erano stati gli album live
con un apprezzabile successo commerciale: Live at The Apollo di J.
Browne e Ray Charles live at Newport Jazz Festival), ma addirittura un
doppio album live a prezzo speciale, fecero sì che ancora oggi le note
del Live at Fillmore suonino attraverso i cd player o i piatti
dell’intero pianeta.
Da lì a qualche mese (ottobre 1971) il perno principale della Band sarebbe scomparso.
Morto in un incidente stradale nei pressi di Macon, Georgia, dove c’era il quartier generale della Band.
Il successivo album, appunto “Eat a Peach” (titolo a dir poco macabro
visto che Duane si era schiantato contro un camion che trasportava
pesche), manifestò la voglia della Band di continuare ad esserci
nonostante le evidenti difficoltà. L’album ebbe un successo
straordinario ed è ancora uno degli album più venduti degli Allmans.
Nella edizione originale erano contenute alcune registrazioni dai
concerti del marzo 1971 al Fillmore (“Mountain Jam” e “Trouble No
More”) oltre a “One Way Out” registrata durante la serata del 27 giugno
1971, il tutto assemblato insieme ad alcuni brani registrati nel
dicembre del 1971, poco dopo la morte di Duane, a voler dare un segnale
di continuità nonostante la perdita di uno dei fondatori, oltre che
astro consolidato della chitarra elettrica.
Le nuove canzoni regalarono a tutti i fans alcune delle gemme più
preziose della carriera degli Allmans: la dolcissima “Melissa” (non è
possibile stimare quante neonate dei primi anni 70 furono chiamate
Melissa), la gigantesca “Les Brers in A Minor” e la poetica “Little
Martha”.
Stava nascendo insomma quella grande famiglia chiamata Allmans e la
tragedia della morte di Duane aveva accellerato il processo di coesione
del concetto di di fratellanza e di “famiglia” che verrà celebrato con
il bellissimo “Brothers and Sisters” (pubblicato dopo la morte di Barry
Oakley e con l’ingresso di Chuck Leavell al piano e Lamar Williams al
basso): un concetto messo a dura prova dagli eventi tragici che
seguirono (la morte di Barry O. ed anche i fattacci di droga che
coinvolsero Gregg Allman) ma che ha saputo resistere durante tutti
questi anni al punto tale che tutte le bands che oggi circolano
nell'”area Allman” ( tra i tanti, Gov’t Mule, Derek Trucks Band,
Yonrico Scott Band, Oteil and the Peacemakers e Devon Allman) sembrano
tutti figli della stessa grande mamma.
Veri dominatori della musica rock degli anni ’70 e porta-bandiera
del rock “sudista”, gli Allman Brothers sono l’emblema del rock d’equipe
del decennio, basato su preparazione ed affiatamento, che
relega a un ruolo secondario la composizione rispetto alla performance
del collettivo.
I lunghi brani improvvisati rassomigliano piu` a medley di motivi celebri
che non a deliri della psiche. D’altronde questo blues-rock e` stimolato
piu` dall’alcool che dall’acido, e ha la funzione d’intrattenere
professionalmente un pubblico pagante piu` che di espandere le loro
coscienze.
Gli Allman Brothers hanno seguito grosso modo la parabola dei Grateful Dead,
sia pur con qualche anno di ritardo, dall’acid-rock al country-rock,
adattandola al piu` tradizionale e meno innovativo humus culturale del Sud.
Gli assoli intricati di Duane e le armonie chitarristiche in coppia con Betts
sono le uniche vere innovazioni apportate dal gruppo.
Nativi entrambi del Tennessee, i fratelli Duane e Greg
Allman erano nel 1968
(rispettivamente alla chitarra e all’organo) titolari di uno dei tanti complessi
blues-rock californiani: gli Hourglass, titolari di The Hourglass (1967)
e Power of Love (1968). Nel 1969 si insediarono a Jacksonville,
Florida, e, dopo essersi fusi con un complesso locale di rhythm and blues,
diedero vita agli Allman Brothers, esordendo con un funk lagnoso a ritmo
pellerossa che sarebbe diventato la loro sigla (Midnight Rider, 1970).
Sui primi due album, The Allman Brothers Band (Capricorn, 1969)
e Idlewild South (1970), ristampati come Beginnings (1974),
gli Allman Brothers si conquistano
una doppia fama: Duane in prima persona che, partecipando a decine di session con
i mostri sacri del soul (Aretha Franklin e Wilson Pickett fra gli altri),
e` diventando uno dei chitarristi piu` stimati del nuovo decennio, familiare
tanto con lo stile boogie alla lead quanto con lo stile slide di Elmore
James, tanto con il picking del country quanto con il fraseggio del jazz;
e gli Allman
nell’insieme incantando sia le platee, con il loro possente blues-rock sudista,
sia la critica, con un repertorio che comprende classici della statura di
Whipping Post, Dreams (sul primo)
e In Memory Of Elizabeth Reed,
insieme a tanti estratti dal libro del
blues (da Willie McTell a Sonny Boy Williamson).
Gli Allman Brothers usano la canzone
come un canovaccio, attorno al quale si sprigiona piano piano il solido sound
a due chitarre (in genere Duane e
Richard Betts in sensazionali duetti “creativi”) e a due batterie,
con una formazione (completata dalle tastiere di Gregg e dal basso di Barry
Oakley) che garantisce uno stile al tempo stesso feroce ed inventivo.
Indubbie doti di performer consentono alla troupe di variare all’infinito il
tema prescelto, secondo una prassi piu` jazz che rock, ma caricando gli spunti
di un umore virile e corposo tipicamente sudista.
Non a caso la consacrazione del gruppo avviene con i due doppi dal vivo
Live At Fillmore East (Capricorn, 1971) e
Eat A Peach (Capricorn, 1972),
raccolte definitive dei
loro cavalli di battaglia.
Sul primo troneggiano le versioni fiume di Whipping Post ed
Elizabeth Reed, sul secondo una monumentale
serie di variazioni sul tema della There Is A Mountain di Donovan che dura
in tutto piu` di mezz’ ora, lungo viaggio senza ritorno nel cuore della
musica ed estrema consacrazione del genere blues-psichedelico (improvvisazione
libera alla Cream e suite oscura alla Grateful Dead).
Sul secondo brillano anche versioni sanguigne di loro classici come
Ain’t Waisting Time No More, una romantica ballata country di Greg,
Melissa, lo strumentale psichedelico Les Brers In A Minor di Betts,
e una versione mozzafiato di One Way Out.
Duane Allman si ammazzo` pero` nell’Ottobre del 1971 in un incidente di
motocicletta, consacrandosi alla leggenda e alle speculazioni discografiche,
seguito a ruota da Oakley (anche lui in un incidente motociclistico, nel
novembre 1972, quasi nello stesso punto). L’evento fa comunque
pubblicita` al complesso, che registra tutti esauriti a catena fino ai
seicentomila di Watkins Glen (1973); ma impoverisce alquanto la classe
del gruppo, che in Brothers And Sisters (1973), album milionario,
vivacchia sulle tiepide composizioni del secondo chitarrista Dickey Betts,
ballate come Southbound, funky e vivacizzata dal pianismo vellutato
e swingante del nuovo tastierista Chuck Leavell,
e Ramblin’ Man, il loro country-rock
piu` orecchiabile (scritto da Betts), oppure il blues sincopato per dobro di Pony Boy,
oppure ancora
Jessica, frenetico strumentale soul che sfoggia un assolo
vertiginoso di Leavell al piano e un ritornello elettrizzante per la
chitarra di Betts.
Sono canzoni sofisticate che amalgamano country e blues con uno spirito
moderno, e sempre nobilitate da fluenti mini-jam strumentali.
Cosi` anche Don’t Want You No More
(sul nuovo doppio dal vivo, Wipe The Windows, 1976), mentre
Win Lose Or Draw (1975) non aveva molto di nuovo da offrire.
La situazione favori`
le tendenze centrifughe, fomentate dai dissidi ideoligici fra il piu`
bluesistico Dicky Betts (il principale compositore) e il piu` campagnolo
Greg Allman (erede legittimo al trono, nonche’ marito di Cher).
Un’impostazione piu` commerciale e una
routine senza nerbo diedero il colpo di grazia, e il complesso si sciolse.
Betts formo` i Great Southern e poi una sua band, con cui continuo` a proporre
il sound soporifero dei tardi Allman Brothers. Stesso dicasi di Gregg Alman.
Il tasterista Leavell formo` i Sea Level, che suonano un jazz-rock piu`
interessante.
Gli Allman Brothers si riunirono (senza Leavell) per
Enlightened Rogues (1979), Reach For The Sky (1980) e
Brothers Of The Road (Arista, 1981),
che sono parodie del vecchio sound (Straight From The Heart).
Dreams (1989) e` un’antologia.
Questo e` il gruppo di Betts, non di Allman, ma alla fin fine vale quanto
quello originale.
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