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JOE SATRIANI – DREAMING # 11 relativity EP 1988 USA

19,90

Esaurito

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

JOE SATRIANI
dreaming #11

 

 

 

Disco EP 33 giri , 1988 , Relativity , 88561 – 8265 – 1 , Usa

ECCELLENTI CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++/NM, sealed although open ,
piccolo taglio della distribuzione promozionale nell’ angolo
inferiore sinistro / little promo cut in the low left tip

Dreaming #11 è un EP di Joe
Satriani
, pubblicato come EP
nel 1988.

Questo mini-lavoro, che contiene solo quattro tracce, esce sulla scia del successo siderale di “Surfing With The Alien”, l’ album di qualche mese prima con il supereroe errante Silver Surfer in copertina. I tre brani registrati dal vivo presenti sul lato due sono estratti dal roboante tour successivo a questo grande trionfo, invece il lato uno presenta un nuovo pezzo inedito registrato in studio, “The Crush Of Love”.

 

 


Joseph “Joe” Satriani (Westbury,
15
luglio
1956)
è un chitarrista
statunitense.

Satriani è di origini italiane (i nonni paterni erano di Piacenza
e di Bobbio,
quelli materni di Bari).
Dopo aver ascoltato Jimi Hendrix, all’età di 14 anni inizia a
suonare lo strumento che lo renderà celebre: la chitarra.
Nel 1978
inizia a dare lezioni di chitarra per mantenersi. Tra i suoi studenti ci
sono stati talenti del calibro di Steve
Vai
, Kirk Hammett dei Metallica,
David Bryson
dei Counting Crows, Larry
LaLonde
dei Primus e Alex
Skolnick
dei Testament.

Il suo primo vero album (Not of This Earth)
viene pubblicato solo nel 1986, per di più in un primo momento finanziato
direttamente dal chitarrista. Finalmente, grazie al suo ex alunno Steve
Vai, troverà un accordo per la pubblicazione con la Relativity Records.

Il successo arriva con il secondo album prodotto dalla stessa casa
discografica e intitolato Surfing with the Alien, eletto
poi miglior album chitarristico, per il quale l’artista riceve il disco di platino.

Nel 1988
Satriani viene chiamato da Mick
Jagger
a sostituire Keith Richards come chitarrista per il suo primo tour
senza i Rolling Stones. Dopo il
tour, esperienza molto importante come dichiarerà lo stesso Satriani,
realizza nello stesso anno il suo terzo album Dreaming #11 (con brani in studio e brani live) per
il quale riceve il disco d’oro e l’anno
successivo realizza un altro album Flying in a Blue Dream, dove in alcune tracce
abbiamo anche la sua voce, seguito nel 1992 da quello
che ora è considerato un classico del rock: The
Extremist
, il lavoro del chitarrista che maggiormente ha
ottenuto successi di critica e di vendite. Le stazioni radio di tutti
gli Stati Uniti velocemente utilizzarono Summer Song, Cryin’
e la traccia che dà il titolo all’album; ognuno di questi brani divenne
presto in alcuni stati una Hit.

Nel 1993 pubblica Time Machine (disco live più
disco in studio). Nel 1994 ha suonato con i Deep
Purple
nel loro tour; questa esperienza lo ha sicuramente
influenzato nella preparazione del suo seguente CD Joe Satriani del 1995: album
dal suono maggiormente blues che fa minor uso di effetti rispetto a molti
suoi precedenti lavori, in cui collaborano musicisti del panorama jazz
quali Manu Katché e Nathan East.

Nel marzo del 1998 Joe Satriani registra il suo ottavo album Crystal Planet.

Nel 2000 esce l’album Engines of Creation con nette influenze di musica
elettronica. Come dirà lo stesso Satriani, “non si può non considerare
la musica dei Prodigy”.

Dal 1996 Satriani ha avviato il progetto G3, una serie di tour in cui con
Satriani si esibiscono Steve Vai e Eric
Johnson
, successivamente affiancati da altri musicisti come Yngwie Malmsteen, John
Petrucci
, Robert Fripp, Paul
Gilbert
. Il concerto prevede, di solito, una prima parte in cui
ogni chitarrista propone pezzi propri, seguita da una jam in cui i
tre danno libero sfogo alla propria verve improvvisando su pezzi molto
famosi come Voodoo Child o Smoke On The Water. Durante la
sua carriera Satriani ha inoltre collaborato con moltissimi altri
artisti tra cui Blue Öyster Cult, Alice
Cooper
, Stuart Hamm, Pat
Martino
, Spinal Tap.

Attualmente è impegnato col gruppo Chickenfoot,
con Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, Sammy
Hagar
e Michael Anthony dei Van
Halen
. La superband ha pubblicato il proprio album di debutto in
Europa il 5 giugno 2009 per l’etichetta earMusic (gruppo edel).

Quello di Satriani è un talento tutto particolare: è una tensione
musicale positiva, lieta, che emerge anche dalle melodie più
introspettive. Una musica dal colore brillante anche nei passaggi più
ruvidi, per giunta da parte di un artista continuamente alla ricerca
dell’innovazione e sempre caratterizzato dall’originalità.

Nelle sue opere non si può fare a meno di notare l’inclinazione alla
sperimentazione ma sempre con una precisione e professionalità tecnica
nell’esecuzione, ancor più evidente nelle esecuzioni dal vivo in cui
l’artista dimostra la perfetta riproducibilità di tutti i suoi brani,
senza l’ausilio di ‘aiuti’ di studio.

Alcuni hanno inteso spiegare questa sensibilità artistica col fatto
che Satriani si professa cattolico (anche se assai raramente parla della
propria fede). Sposato da oltre vent’anni, mai divorziato (casi
decisamente rari nel mondo della musica e dello spettacolo), ha espresso
in pressoché tutti i suoi dischi la sua sensibilità per i valori della famiglia,
per esempio con Home, Always with me, always with you, Rubina,
You saved my life e con i vari riferimenti a sua moglie, Rubina.



Dreaming #11
is an EP by Joe
Satriani
released in 1988 with three live tracks and one new studio
track, The Crush of Love. Live tracks, taken from the Surfing With
the Alien
tour were recorded At The California Theater, San Diego,
CA On June 11, 1988.

  • Interprete: Joe Satriani
  • Etichetta: Relativity
  • Catalogo: 88561-8265-1
  • Data di pubblicazione: 1988
  • Supporto:vinile 33 giri
  • Tipo audio: stereo
  • Dimensioni: 30 cm.
  • Facciate: 2
  • Blue label, poly inner sleeve

Sandwiched between the 1987 breakout release of Joe Satriani’s
Surfing With the Alien
and 1989’s Flying in a Blue Dream,
Relativity Records filled the void with the four song Dreaming #11 EP.
Leading off with the mellow “The Crush of Love”, Satriani lets his
Ibanez guitar do the talking via an inspired live recording of the
hypnotizing “Ice Nine”. In addition, the 1988 set adds a lengthy version
of the sobering “Memories”, plus “Hordes of Locasts”, each of which
were also taken from the same show as “Ice Nine”, staged in San Diego.
Noted bassist Stuart Hamm and drummer Jonathan Mover support Satriani on
each of the intrumental songs.

Tracce 

Tutti i brani sono di Joe Satriani.

 

Side one

  1. The Crush of Love – 4:20

Recorded At Alpha & Omega Studio, San Francisco, CA

Musicians

  • Joe Satriani – Guitar
  • Jeff Campitelli – Drums
  • Bongo Bob Smith – Percussion


Side two

  1. “Ice 9” – 3:58 [Live]
  2. “Memories” – 8:46 [Live]
  3. “Hordes of Locusts” – 5:08 [Live]

Recorded At The
California Theater, San Diego, CA On June 11, 1988


Musicians

Dreaming #11 is something of an oddity: a mini-disc released in
1988 with three live tracks and one new studio track. The live tracks,
taken from the
Surfing
with the Alien
tour and featuring the powerful duo of Stuart
Hamm
on bass and Jonathan
Mover
on drums, showcase Satriani’s outstanding talents in a live
atmosphere; however, they’ve been heard before (“Ice Nine” was on Surfing
with the Alien
and “Memories” and “Hordes of Locusts” came from
Not
of This Earth
). The studio track, “The Crush of Love,”
immediately became a favorite of Satriani fans everywhere, mostly
because of its catchy tune and its creative use of the wah-wah pedal to
give the guitar an almost human voice. A recommended disc for musicians
and fans, but not essential to the casual collector.

 

 

 

 

Biography

by Greg Prato
Along
with teaching some of the top rock guitar players of the ’80s and ’90s,
Joe Satriani is one of the most technically accomplished and widely
respected guitarists to emerge in recent times. Born on July 15, 1956,
in Westbury, NY, and raised in the nearby town of Carle Place, Satriani
— inspired by guitar legend Jimi
Hendrix
— picked up the guitar at the age of 14 (although he was
initially more interested in the drums). Quickly learning the
instrument, Satriani began teaching guitar to others and found a kindred
spirit in one of his students, Steve
Vai
. By the late ’70s, however, Satriani had relocated to Berkeley,
CA. With his sights set on his own musical career, “Satch” kept
teaching others, including such future rock notables as Kirk
Hammett
(Metallica),
Larry
LaLonde
(Primus),
David
Bryson
(Counting
Crows
), and jazz fusion player Charlie
Hunter
.

In the early ’80s, Satriani got a gig playing guitar with power popster Greg
Kihn
, doing some session work and touring with the group (an
archival release recorded around this time, King
Biscuit Flower Hour
, was later issued in 1996), and issuing his own
solo self-titled EP in 1984, financing and releasing the project
entirely on his own. But when Vai
hit the big time as the guitarist of David
Lee Roth
‘s solo band in 1986, he offered praise for his good friend
and former teacher in several major guitar publications, leading to
widespread interest in Satriani’s playing. The timing couldn’t have been
more perfect for Satch, as he’d just issued his first full-length solo
album, Not
of This Earth
, which automatically made ripples in the rock
guitar community.

But the best was still to come, in the form of his sophomore release,
1987’s Surfing
with the Alien
. Almost overnight, Satriani was widely regarded
as one of rock’s top guitarists, as the album earned gold certification
and the guitarist would finish at the top of guitar magazine polls for
years afterward. He was even handpicked by Mick
Jagger
to accompany the famous singer on a tour of Australia and
Japan around this time. A stopgap EP, Dreaming
#11
, combed both studio and live tracks and was issued a year
later, and in 1989, Satriani issued his third solo full-length, Flying
in a Blue Dream
. Another sizeable hit, the album also marked
Satch’s debut as a vocalist on several tracks. His career received
another big push the same year when his song “One Big Rush” was included
on the soundtrack to Cameron
Crowe
‘s hit movie Say Anything.

The ’90s began with Satriani creating his own line of guitars for the
Ibanez company (the JS Joe Satriani model), but it wasn’t until 1992
that he would issue his next solo release, The
Extremist
. The double-disc set Time
Machine
followed a year later (a combination of new tracks,
live material, and the long out-of-print Joe
Satriani
EP from 1984), and in 1994, Satch filled in on tour
for the departed Ritchie
Blackmore
for heavy metal pioneers Deep
Purple
. Although he was asked to become a full-time member,
Satriani turned down the offer to return to his solo career.

Satriani issued two more solo albums during the ’90s — 1995’s
self-titled release and 1998’s Crystal
Planet
— and also started the G3 guitar showcase tour with Vai
in 1996, becoming an annual event and issuing a live document of the
tour’s initial run, G3:
Live in Concert
, a year later. 2000 saw Satriani issue his most
musically daring release yet, the electronic-based Engines
of Creation
, and a year later, Live
in San Francisco
. Engines
was nominated for a Grammy the next year, and after a successful tour
he stepped back into the studio. The result, Strange
Beautiful Music
, was released in 2002. Electric
Joe Satriani: An Anthology
arrived in 2003, followed by Is
There Love in Space?
in 2004, Super
Colossal
in 2005, and Satriani
Live!
in 2006. In addition to his own albums, Satriani has
guested on several other artists’ albums over the years, including Blue
Öyster Cult
‘s Imaginos,
Alice
Cooper
‘s Hey
Stoopid
, Stuart
Hamm
‘s Radio
Free Albemuth
, Pat
Martino
‘s All
Sides Now
, and Spinal
Tap
‘s Break
Like the Wind
.

 

Equipaggiamento

Chitarre e
pickups

Satriani usa, dal vivo, chitarre Ibanez dal
1987 circa. Nel 1990, Ibanez realizza il modello signature JS Joe
Satriani model, sostanzialmente una 540Radius modificata con la
collaborazione del musicista. Il modello JS esiste in alcune varianti:
JS1, JS6000, JS900, JS1000, JS2000, JS1200, JS2400 e altre (più che
altro rarità o Made in Korea), e a seconda del modello, monta svariati
pickups DiMarzio
(PAF Pro, FRED, PAF Joe, Mo Joe). Oltre ai modelli di serie, Joe fa
spesso sfoggio di modelli custom con grafiche particolari, ma dalle
caratteristiche invariate rispetto ai modelli di produzione (ad esempio
la Ibanez bianca col logo dei Chickenfoot sul body). In studio, oltre
alle Ibanez, Joe usa svariate chitarre appartenenti alla sua grande
collezione vintage, soprattutto Fender e Gibson
d’annata.

Amplificatori

Satriani usava amplificatori e cabinet Marshall, specialmente la serie
Anniversary 6100 trecanali, prima di passare a Peavey. Ora nei live usa
amplificatori Peavey JSX, prodotti sotto sue indicazioni, e casse Peavey
JSX 4×12.

Rack ed effetti

Nel suo setup sono presenti due delay Boss DD-3, settati in maniera
tale da avere due tipologie di eco:uno più corto per le ritmiche ed uno
più lungo per gli assoli. Nella sua pedaliera vi sono: un wah-wah
modello Vox Big Bad Wah (Satriani Signature), un POG Poliphonic Octave
Generator, due distorsori Vox Joe Satriani Satchurator (sviluppati dalla Vox
sotto la personale supervisione dell’artista), un Fulltone Ultimate
Octaver, un Boss
CH-1 Super Chorus, un distorsore Boss DS-1,un
DigiTech Whammy IV, un compressor/sustainer sempre della Boss(il CS-3).

Plettri e
tracolle

Usa plettri Planet Waves JS 0.83 e tracolle Planet Waves da lui
disegnate.

Joe Satriani, italo-americano nato e cresciuto a New York,
era un umile insegnante di Berkeley, da cui presero lezioni
future star della Bay Area come Kirk Hammett,
Steve Vai
e Larry Lalonde.

Gia` titolare di un EP omonimo (Rubina, 1985), auto-prodotto a casa sua a
Berkeley, che verra` riedito nell’antologia Time Machine (Combat,
1993),
Satriani trovo` improvvisamente la notorieta` con Not Of This Earth
(Relativity, 1986).

Allievo del pianista jazz Lennie Tristano, e maestro a sua volta di
Steve Vai
e tanti altri chitarristi rock, Satriani esegue brani strumentali alla
testa
di un atipico power-trio (due batterie e una chitarra, sovrapposta piu`
volte).

Per lo piu` si tratta di semplici temi cantabili come Not Of This
Earth
,
Memories, eseguiti da un virtuoso delle sfumature; ma tour de
force stilistici
come The Snake e The Enigmatic, in cui su una base
ballabile la chitarra
compie un numero pressoche’ infinito di evoluzioni timbriche,
dall’atonale al
soul, si spingono oltre l’assunto, lambendo una forma di minimalismo.

Le ultime emozioni sono riservate ai brani impressionisti, quelli che
tentano
di rendere sonoramente emozioni e immagini: in Driving At Night
il ritmo
rende il senso del movimento, un soffio di synth crea l’atmosfera
notturna e
la chitarra da` la sensazione degli oggetti che scorrono rapidamente
davanti
agli occhi; Hordes Of Locusts porta questa “maniera” a vertici
quasi
barocchi, simulando nel riff principale l’incedere degli stormi
minacciosi e
nel fraseggio inferiore una melodia arabeggiante.
Con grande nonchalance Satriani re-inventa di fatto il rock strumentale,
lasciando alla prima chitarra l’incarico di “cantare” le sue canzoni.

E’ comunque il successivo Surfing With The Alien (Relativity,
1987)
a farne
il “guitar hero” della sua generazione. In generale le sonorita` si sono
fatte piu` hardrock (Ice 9, Lords Of Karma), abbandonando
in un certo senso
il raffinato “picking” del passato a favore di uno stile piu`
spettacolare.
Il tema del disco, destinato a diventare la sigla di Satriani, e` un
poderoso
riff di heavymetal lanciato a velocita` supersonica e contrappuntato da
un
altrettanto fragoroso riff di basso.
La “cantabilita`” non e` venuta meno (soprattutto nelle lunghe Crushing
Day
e
Echo, le piu` vicine all’opera d’esordio), ma le armonie si sono
certamente
irrobustite, i tempi sono generalmente piu` veloci, le parti di basso
sono
spesso in primo piano. In questa nuova ottica non sorprende il
supersonico
Satch Boogie alla ZZ Top, uno dei cardini della sua carriera.

Le sue stravaganti progressioni di accordi sono ora messe al servizio di
un
rock da arena, non soltanto di un salotto di critici.
Il suo chitarrismo non e` piu` un’elucubrazione sulle possibilita`
espressive
dello strumento: e` una dimostrazione delle possibilita` espressive
dello
strumento.

Dopo il mini-album dal vivo Dreaming No. 11 (Combat, 1988),
con The Crush Of Love,
ancora nel suo stile romanticamente “cantabile”, il terzo album,
Flying In A Blue Dream (Relativity, 1989), riserva una paio di
sorprese:
Satriani canta (in particolare nella ballata I Believe) e rende
omaggio ai
generi della musica popolare (il blues di The Phone Call, il funk
di
Strange);
relegando in fondo al disco i suoi celeberrimi assoli melodici (The
Forgotten

e The Bells Of Lal). I risultati sono pero` mediocri.
Le notizie migliori vengono dal fronte “duro”: Satriani si immerge anima
e
corpo nel boogie degli ZZ Top per Big Bad Moon e nella breve (ma
non meno
stupefacente) Headless; e sfodera gli artigli jazzrock nel
vertiginoso
assolo di Back To Shalla Bal. A dimostrazione che il talento non
e` per
nulla appassito, il suo arpeggio iper-virtuoso permea The Mystical
Potato
Head Groove Thing
, mentre il suo modo di suonare “legato” catapulta
One Big Rush negli stessi firmamenti di Surfing With The Alien.
Disco non del tutto riuscito, che oscilla fra genio e banalita`, Flying
rivela un artista che sostanzialmente non crede nel proprio talento e va
a
cercare ispirazione negli altri.

The Extremist (Combat, 1992) conserva gli elementi peggiori di
quel lavoro,
ignorando quelli positivi. Il risultato e` una serie di sterili esercizi
di
egomania
(Friends, Summer Song),
una sonata soul (Crying) e un’imitazione di Paco DeLucia
(Tears In The Rain).

Joe Satriani (Relativity, 1995) e` un ritorno alla grande
tradizione
strumentale del rock and roll, ma in molti brani si avverte che Satriani
ha perso il brio (non certo la destrezza) della gioventu`
(Cool #9, Down, Down, Down).

Crystal Planet (Epic, 1998) trasuda una spiritualita` quasi new
age,
ed e` curioso sentire riff di hard-rock invece che tastiere celestiali
accompagnare le sue serenate (Raspberry Jam Delta-V
Ceremony e` la sfrenata danza di turno.

Meno innovatore di Belew e Skopelitis, Satriani e` figlio della
tradizione
classica di Jeff Beck, Billy Gibbons e (tutt’al piu`) Robert Fripp.

Engines of Creation (2000) contains
Devil’s Slide,
Flavor Crystal 7,
Borg Sex,
Until We Say Goodbye,
Clouds Race Across The Sky.

Chickenfoot I (2009) marked the debut of a
supergroup with Sammy Hagar on vocals,
Michael Anthony on bass and
Red Hot Chili Peppers’ drummer Chad Smith.


INTRODURRE UNA LEGGENDA
Silver Surfer
è un personaggio appartenente al pantheon cosmico degli eroi Marvel
Comics
; frutto della genialità inventiva di Stan Lee e Jack Kirby,
l’Araldo di Galactus fa il suo esordio editoriale nel marzo 1966
sulle pagine di Fantastic Four #48: dopo 16 anni, nel 1982,
ottiene la sua prima pubblicazione solista e nel 1987, finalmente,
arriva la sua prima serie ufficiale. Il 1987, tuttavia, è anche l’anno
in cui Norrin Radd (questo il vero nome di Silver Surfer) fa il
suo “esordio discografico”: il disco si intitola Surfing With The
Alien
e l’artista che lo pubblica è Joe Satriani.

IL
NUOVO VOLTO DELLO SHRED

All’epoca in cui venne dato alle
stampe Surfing With The Alien Satriani, che
già aveva pubblicato un disco e un EP solista, non era ancora un nome
conosciuto alla massa; è proprio con questo album che il nostro guitar
hero inizia a godere del successo meritato. Ma quali sono gli elementi
che hanno portato Surfing With The Alien ad essere tanto
apprezzato da critica e ascoltatori? Tutti e nessuno: infatti nello
stile di Satriani non si possono rintracciare
singoli segni distintivi, piuttosto si può dire che c’è un miscuglio di
diverse cose, un po’ come se l’album fosse un quadro e le qualità ne
fossero i tanti colori, tra loro mescolati in tonalità originali e
altamente caratteristiche.

Tra gli elementi che mi sembrano esser
posti più in luce, comunque, credo che se ne debbano rilevare in
particolar modo tre: anzitutto la costante presenza di melodie
distintive e cantabili, in grado di diversificare radicalmente un brano
dall’altro (non si venga mai a dire che Always With Me, Always With
You
assomiglia a Hill of the Skull!); in secondo luogo l’uso
mirato della profonda conoscenza teorica e tecnica di cui il chitarrista
italo-americano è dotato, sempre tesa a servire il miglior sviluppo
possibile della musica e mai a decantare meramente la bravura del
musicista, come testimoniato dalla difficile e bellissima Midnight,
dominata dal tapping a due mani, dal free-time e dalle struggenti
melodie portanti; terzo e fondamentale ultimo elemento caratteristico è
la struttura dei brani, tant’è che l’ascoltatore attento noterà come i
dieci pezzi qui proposti, tutti rigorosamente strumentali, siano
composti in realtà come se la chitarra di Joe fosse
la voce di un cantante in carne ed ossa: per far qualche esempio,
ascoltando Surfing With The Alien, Always With Me, Always With
You
e Satch Boogie, si possono trovare delle “strofe”, dei
“pre-chorus”, dei “ritornelli” e dei “veri e propri” assoli! Detto in
poche parole, nel 1987 non erano molti i chitarristi ad offrire tutto
questo.

IL TOCCO DEL CHITARRISTA
E’ ovvio che
non bastano tutte le qualità che ho descritto nel precedente paragrafo
per entrare di diritto nella leggenda, perchè un chitarrista non è una
macchina: è prima di tutto un interprete e un attore, un creatore e un
modellatore; è il livello di bravura che lo strumentista dimostra di
possedere in ciascuno di questi ambiti a determinarne le vere qualità, e
non la semplice velocità esecutiva –come in molti, superficialmente,
ritengono. Ebbene non solo Joe Satriani è un ottimo
creatore e modellatore, ma questo platter dimostra che è anche uno
strepitoso interprete, che lui sa bene come entrare in tanti personaggi
diversi per narrare tante storie diverse: e così la sua chitarra piange
nella romantica Always With Me, Always With You e urla nella
misteriosa Hill Of The Skull, quasi sospira nell’introduzione di Circles
per poi tornare a gridare per tutto il centro del pezzo e poi ancora
sospirare nella sua atmosferica conclusione. Potrei andare avanti per
ore a descrivere queste canzoni, e ancora non sarebbe mai abbastanza,
tanto alto è il grado di originalità e di freschezza a cui siamo di
fronte; si, avete letto bene, ho scritto “freschezza”: a distanza di
quasi 22 anni, infatti, questo disco suona ancora come nuovo. Quanti
sono gli album immortali, il cui valore resta immutato nel passare dei
decenni?

COME QUESTO NESSUN ALTRO
Non esagero
affatto se vi dico che al mondo non esiste nessun altro disco come
questo: con ciò non intendo dire che sia il più bell’album mai
concepito, voglio però sottolineare che questo è uno di quei dischi che
si distingue per vivere di vita propria, per essere totalmente slegato
dalle mode e dai costumi del momento e, addirittura, nel caso specifico
potremmo dire che questo sia uno di quegli album che le mode le hanno
(magari involontariamente) generate. Quanti gli artisti che si sono
ispirati a Joe Satriani negli anni e quanti i
chitarristi che hanno preso Surfing With The Alien come punto di
riferimento per le proprie composizioni? Per molti questo platter ha
avuto la stessa funzione che ha il faro che conduce la nave al
tranquillo porto nella buia notte tempestosa. Non si può pertanto ad
esso negare il voto più alto possibile, quello che si dà solo ai
migliori rappresentanti del proprio genere; ne va da se che l’acquisto
del cd, per chi non lo avesse ancora fatto, è d’obbligo: tanto alta è la
sua qualità che di certo non ve ne pentirete mai.

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Informazioni aggiuntive

Genere Rock internazionale

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