Descrizione
PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO, UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .
LEO KOTTKE
ice water
Disco LP 33 giri , 1974, Capitol records / Emi , ST – 11262 , US pressing for canada and export
ECCELLENTI CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++/NM , shrink although open
Leo Kottke (Athens, 11 settembre 1945) è un compositore, musicista e chitarrista statunitense.
Ice Water is the seventh album by guitarist Leo Kottke. It contains Kottke’s only charting single, the Tom T. Hall composition “Pamela Brown”. Ice Water peaked at #69 on the Billboard Pop Albums charts.
- Etichetta: Capitol / Emi
- Catalogo: (0598) ST-11262
- Matrici: ST1-11262-Z1 A5 / ST2-11262-Z1 A3
- Supporto:vinile 33 giri
- Tipo audio: stereo
- Dimensioni: 30 cm.
- Facciate: 2
- Red label, white paper inner sleeve
Track listing
All songs by Leo Kottke except as noted
Side one
- “Morning is the Long Way Home” – 6:26
- “Pamela Brown” (Tom T. Hall) – 4:03
- “A Good Egg” – 3:10
- “Tilt Billings and the Student Prince” (Leo Kottke/Ron Nagle) – 4:56
- “All Through the Night” (trad.) – 1:30
Side two
- “Short Stories” (Leo Kottke/Cal Hand) – 3:01
- “You Tell Me Why” (Ron Elliot) – 3:58
- “You Know I Know You Know” – 4:08
- “Born to Be With You” (Don Robertson) – 3:02
- “A Child Should be a Fish” – 3:45
Personnel
- Leo Kottke – 6 & 12-string guitar
- Bill Berg – drums, percussion
- Bill Peterson – bass
- Bill Barber – piano
- Cal Hand – dobro, pedal steel guitar
This is a good record, though not the Leo Kottke album to start with,
as it is not representative of his usual work — it’s mostly a vocal
record, and a very country-flavored record at that, with Kottke’s
baritone, reminiscent in some ways of Leonard Cohen (and even moving into what one might consider Jim Morrison territory), serving as the dominant instrument on six of the ten tracks. His flashy 12-string playing and Cal Hand‘s Dobro do come to the fore on “Tilt Billings and the Student Prince.” Tom T. Hall and Ron Elliott of the Beau Brummels
are among the songwriters represented. Among the intrumentals, “A Good
Egg” is just the kind of light-fingered, light-textured virtuoso piece
that one buys a Leo Kottke album expecting to find, and much of the
rest shows off his talents in some unexpected directions.
Biografia
Il lavoro del padre, un amministratore ospedaliero, porta la
famiglia Kottke a continui e numerosi spostamenti in varie parti degli USA. Il primo approccio alla musica del giovane Leo avviene attraverso lezioni private di violino e trombone, finché, intorno agli 11 anni, riceve la “folgorazione” della chitarra e delle sue possibilità polifoniche.
Scopre la musica tradizionale, il bluegrass e l’hillbilly nel periodo in cui la famiglia risiede in Virginia, e il blues, verso la metà degli anni sessanta, attraverso l’opera di musicisti leggendari come Mississippi John Hurt e Skip James.
Dopo il servizio militare, che lo ha lasciato gravemente menomato
nell’udito a causa delle esercitazioni di tiro, Leo si iscrive all’università nello stato del Minnesota e inizia contemporaneamente a esibirsi in piccoli locali.
Incide il suo primo album, Circle ‘round The Sun, nel 1968, per la semisconosciuta etichetta Oblivion. L’album, citato talvolta anche come 12-string Blues, viene ri-registrato pochi mesi dopo per l’altrettanto piccola Symposium.
Il successo vero e proprio arriva quando, sollecitato da un amico, decide di inviare un demo-tape al “profeta” della cosiddetta american primitive guitar, John Fahey, che lo prende con sé alla Takoma Records. 6 & 12 String Guitar esce nel 1969.
Da questo momento il nome di Leo Kottke si impone nell’olimpo dei
virtuosi dello strumento. Pubblica album con regolarità, passando nel 1971 alla etichetta Capitol, e nel 1976 è il primo artista americano a firmare un contratto con l’inglese Chrysalis.
Nel 1983
la sua carriera subisce una battuta d’arresto: la tecnica chitarristica
esasperata e poco ortodossa gli procura una grave tendinite, che lo
costringerà e ripensare l’approccio allo strumento, prendendo lezioni
di chitarra classica
e giungendo a uno stile meno faticoso. Contemporaneamente, opta per un
ulteriore cambio d’etichetta discografica, approdando alla piccola Private Music.
Dal 1986 riprende le incisioni e i concerti, realizzando ancora eccellenti lavori quali Great big boy (1991). Nella produzione più recente si segnala l’ottimo Clone (2002), che ha segnato l’inizio di una interessante collaborazione con il bassista dei Phish, Mike Gordon, un abbinamento che a molti ha ricordato la storica coppia composta da Jorma Kaukonen e Jack Casady.
Lo stile
I debiti stilistici verso John Fahey sono evidenti, ma Kottke riesce
ad essere assai personale. Si distingue dal maestro per una maggiore
incisività e potenza di suono, con un attacco vigoroso e dal sapore quasi percussivo (usando spesso, contemporaneamente, fingerpicks, microfono e pick-up).
Si destreggia con uguale successo con le 6 e le 12 corde e attinge a
tutto il repertorio classico del chitarrismo primitivo americano: il bottleneck, le accordature aperte, le suggestioni timbriche degli armonici e degli effetti rumoristici. Tutti espedienti che informeranno lo stile delle generazioni successive di fingerpickers del calibro di Michael Hedges o del mssinese Peppino D’Agostino.
In effetti, si può considerare la produzione discografica (e il
chitarrismo) di Leo Kottke come il ponte fra la tradizione musicale rurale statunitense, studiata e sviscerata da John Fahey, e certe nuove istanze orientate in direzione della musica New Age.
Una delle caratteristiche che maggiormente balza agli occhi è la
capacità del genio di Athens di trattare con uguale disinvoltura
riletture bachiane (Bourée, dalla Suite per liuto n° 1 BWV 996; Jesu, Joy of Man’s Desiring, corale dalla cantata BWV 147) e interpretazioni di classici della tradizione fingerstyle (ad esempio Cripple Creek e Bill Cheatham), del folk-rock statunitense (Byrds, Pete Seeger), del pop d’oltre oceano (Procol Harum).
Nei dischi degli ultimi anni, anche a causa dei problemi di
tendinite, lo stile si è fatto più lirico e meno funambolico,
mantenendo comunque la riconoscibilissima impronta che è il suo marchio
di fabbrica.
Quando si cimenta nel canto, Kottke esibisce una voce baritonale
simpatica e giocherellona, un po’ grezza ma comunque inconfondibile.
Lui la definisce, col suo tipico humour sopra le righe, come geese farts on a muggy day (letteralmente “peti di un’oca in una giornata afosa”).
Collaborazioni e covers
Kottke ha suonato, fra gli altri, con John Fahey, Chet Atkins, Lyle Lovett, Margo Timmins dei Cowboy Junkies, Mike Gordon dei Phish, Rickie Lee Jones, Emmylou Harris, Albert Lee.
Ha inciso brani di Tom T. Hall, Johnny Cash, Carla Bley, Fleetwood Mac, Byrds, Jorma Kaukonen, Kris Kristofferson, Randall Hylton, Pete Seeger, Procol Harum e altri.
Leo Kottke è il chitarrista acustico più famoso del mondo, e
con la sua musica è riuscito spesso ad arrivare anche ad un pubblico non
specializzato grazie ad una notevole immediatezza e ad un linguaggio
strumentale inconfondibile.
Per certi versi Kottke può essere considerato il più grande
chitarrista ‘contemporaneo’ mai esistito, per essere riuscito a comporre una
musica in grado di imporsi e comunicare oltre qualsiasi riferimento tecnico, di
uscire cioè dall”intellighenzia’ chitarristica e di comunicare ad un livello
più ampio, più generale.
Oltre a ciò Kottke ha evoluto la chitarra a 12 corde sia in
senso compositivo che specificatamente strumentale, facendone uno strumento
autonomo e svincolandolo da quella piccola tradizione, derivata da Leadbelly,
che aveva suscitato un parziale interesse in America negli anni ’50 e primi
’60.
-Takoma C-1024, 1971, 6 & 12 String Guitar
-Capitol ST-11000, 1972, Greenhouse
-Capitol ST-11164, 1973, My Feet Are Smiling
La summa del lavoro di Kottke e, a costo di esagerare, di
tutto il filone della ‘contemporary guitar’. 6 & 12 è un album
travolgente anche oggi, dopo 13 anni dalla sua uscita, e contiene tutte
composizioni originali; Greenhouse è un gioiello unico, con bei brani
cantati e un ottimo lavoro alla 12 corde e alla slide; il live My Feet Are
Smiling chiude questo periodo con la registrazione di un concerto
travolgente a Minneapolis. Tre dischi assolutamente indispensabili.
-Capitol ST 682, 1971, Mudlark
-Capitol ST-11262, 1974, Ice Water
-Capitol ST-11335, 1974, Dreams & All That Stuff
Tre lavori che uniscono eccellenti brani chitarristici agli
episodi migliori suonati con altri musicisti (in particolare con lo specialista
della pedal steel guitar Cal Hand).
-Symposium 2001, 1970, Circle ‘Round The Sun
-Chrysalis CHR 1191, 1978, Burnt Lips
Pur così lontani nel tempo, entrambi i dischi offrono il
meglio di Kottke che canta e si accompagna alla chitarra, con l’aggiunta
di alcuni eccellenti guitar-solos