Descrizione
ALBO DOPPIO ORIGINALE DEL 1974
SVILUPPI TERMINALI DELLA BIOGRAFIA A FUMETTI DI MESSALINA , L’ ILLUMINATA IMPERATRICE (PAROLA COMPOSTA RISULTANTE DALLA CONTRAZIONE DEI 2 VOCABILI CHE FORMAVANO IL SUO APPELLATIVO ORIGINALE NELL’ ANTICA ROMA, OSSIA IMPERIOSA MERETRICE) CHE AVEVA APERTO E RESO ACCESSIBILI TUTTI I FORI, I CORRIDOI , GLI ACCESSI E I PERTUGI DELL’ URBE ALLA PLEBE E AL POPOLO, CON PREFERENZA PER QUELLO DI SESSO MASCHILE E PIU’ SPECIFICAMENTE DALLA CINTOLA IN GIU’, CON CUI PRATICAVA GENEROSAMENTE E DEMOCRATICAMENTE LA MESSA IN PIEGA, LA MESSA IN POSA, LA MESSA IN OPERA, LA MESSA IN MOTO, LA MESSA IN POMPA, LA MESSA IN STRADA E LA MESSA IN CULO, L’ IMPORTANTE PER LEI ERA CHE LA MESSA NON FINISSE MAI, E INVECE STIAMO ARRIVANDO PURTROPPO AL CAPOLINEA, SEBBENE STANCHI MA MAI SAZI.
Disegni : DEL PRINCIPE
Cover Art : PINO DAENI (GIUSEPPE DANGELICO)
CONDIZIONI: BUONISSIME, COLORITURA DI RESA NELLO SPESSORE PAGINE INFERIORE E NELL’ ULTIMO CENTIMETRO COSTALE INFERIORE
Donne scandalose: Messalina (25 d.C-48 d.C), fasto e nobiltà di una prostituta imperiale
Si racconta che il tribuno che l’aiutò ad uccidersi, mentre l’afferrava
per i capelli e prima di trafiggerla, le avrebbe detto: “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, piangerà mezza Roma”. Messalina,
un nome che al giorno d’oggi è caduto in disuso perché inscindibilmente
legato alla figura di questa donna considerata simbolo di dissolutezza e
depravazione. Oggi “Messalina” è sinonimo di seduttrice, nelle chat
erotiche furoreggia, e nell’immaginario collettivo questo nome richiama
gesta libidinose e avventure carnali. Di questa donna, gli storici
greci e romani hanno dipinto sempre un ritratto molto crudele.
Moglie sedicenne dell’imperatore Claudio, di 20 maggiore, da subito
dimostrò una certa attitudine alle liaison extra-coniugali. Di lei si
narrano le storie più squallide: che avesse imposto al marito di
ordinare ai sudditi che fossero di suo gradimento di accondiscendere in
tutto e per tutto ai desideri della consorte; che avesse avuto relazioni
incestuose con i fratelli, che si prostituisse nei bordelli di Roma, e
addirittura che avesse sfidato una famosa puttana dell’epoca: con il
nome d’arte di Licisca collezionò 25 amanti in un solo giorno. Questo fu
il periodo più buio della sua vicenda umana, quello che lasciò
inorriditi i moralisti, e oggi è ancora fastidioso. Rimangono molti
dubbi su come Claudio fosse l’unico a non conoscere lo stile di vita
della moglie, sebbene anche lui lasciasse alquanto a desiderare per
fedeltà coniugale, considerato che preferiva di gran lunga l’alcova al
letto nuziale.
C’era un attore di nome Mnestere di cui Messalina era follemente
innamorata, ma ahimé non venne ricambiata, perché probabilmente gay o
comunque non abbastanza attratto dalla bellezza acerba della giovane
imperatrice appena ventenne. Famose le orge romane di cui Messalina e
Mnestere – si dice – fossero gli attori principali: un numero sempre
maggiore di amanti servivano a lui per destare gli istinti assopiti…
Priva di amore, schiava degli amplessi, vuota e insoddisfatta, trovò
la sua strada nel vizio sfrenato. La giovane imperatrice cambiava tanti
amanti quante acconciature.
Non paga di ciò, padrona del cuore dell’imperatore del mondo, Messalina
cominciò a perseguitare, e finanche ad eliminare, i suoi avversali con
una leggerezza e disinvoltura notevoli anche per quei tempi così
depravati.
Ma d’improvviso, dopo tanta carne fredda, il cuore della giovane
imperatrice ricominciò a battere. Anche le fonti storiche sono concordi
nell’affermare che Galio Silio fosse bellissimo e molto intelligente.
Tuttavia la situazione era complicata: sposato lui, sposata lei. Con la
differenza che lei era la moglie dell’imperatore di Roma. Fortuna, si fa
per dire, volle che Claudio non vedeva e non sentiva. Messalina
svaligiò la corte imperiale per colmare di doni e onore il suo amante,
che stranamente aveva restituito un po’ di senno alla sua vita sbandata.
I meravigliosi giardini del Pincio (dove oggi sorge Villa Borghese)
furono motivo di sangue. Volendosene impossessare, e ricevendo una
risposta negativa dal proprietario – Valerio Asiatico – che non
intendeva ottemperare ai capricci dell’imperatrice, fece credere al
marito babbeo di essere vittima di una congiura ordita proprio da
costui. La vicenda terminò con il suicidio coatto del gentiluomo.
Domanda: può un’imperatrice non riconoscere solennemente il proprio
amore? Una donna ambiziosa e corrotta può rinunciare alla propria
ragione di vita? Messalina fu capace di escogitare un piano diabolico
per riuscire a sposare Silio e vivere con lui nella villa del Pincio.
Giocò sul punto debole dell’imperatore: lo spauracchio della
superstizione. Disse a Claudio di aver sognato se stessa vedova.
Consapevole della reazione che avrebbe avuto il marito credulone, gli
raccontò anche della soluzione che aveva trovato: divorziare e sposare
un altro, così da gettare la mala sorte sul nuovo consorte, e da vedova
ritornare tra le braccia dell’imperatore. Ovviamente come morto che
camminava fu designato Silio.
Claudio partì per Ostia e Messalina organizzò un sontuoso matrimonio:
non badò a spese né a pudore. Se più fonti, diverse tra loro, non
avessero fornito la stessa versione, si potrebbe pensare ad una storia
inventata. E invece non fu così. Il fatto più sconvolgente fu che le
nozze avvennero alla totale insaputa dell’imperatore. Infatti la
situazione di silenzio durò poco. Fu il fedele Narciso a svelare tutti i
retroscena passionali e politici a Claudio: che Messalina non volesse
rinunciare al titolo imperiale per ritirarsi all’ombra del Pincio e che,
una volta ucciso l’imperatore, volesse salire al trono e governare con a
fianco il suo amante. La delazione di Narciso consacrò la fine di
Messalina, alla quale fu ordinato di togliersi la vita. Come si chiuse
la vita di questa immorale, sgualdrina, assassina e corrotta, l’avete
letto all’inizio di questa storia.