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MINA – TU NON MI LASCERAI / CARTOLINE ri-fi 7" 45 IT

8,90

1 disponibili

Descrizione

PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E  DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO,  UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .

MINA  
tu non mi lascerai / cartoline                        

Disco Singolo 45 giri rpm 7″ , 1967 ,  RIFI , RFN NP 16232, italia, first pressing / prima stampa originale, gatefold sleeve with 4 colour pages attached promo insert  (with photo and pictures) / copertina apribile con
accluso inserto interno promozionale a colori di 4 pagine


BUONISSIME CONDIZIONI,  vinyl ex++ ,  cover ex- (
small residual tape tears on spine border / lieve traccia residua di scotch rimosso nella costolina / un piccolo foro che caratterizza le edizioni promozional attraversa copertina ed etichetta / with small deletion drill hole in sleeve and label )

Singolo non ufficiale con 2 brani d’ archivio ma praticamente inediti, pubblicato nell’ Ottobre del 1967 dalla Ri-Fi nella fase di anarchia discografica quando Mina aveva già ufficializzato la decisione di abbandonare l’etichetta per fondarne una di sua proprietà (la PDU) e si cercava di raschiare a tutti i costi il fondo del barile.


Tu non mi lascerai è il riarrangiamento di un vecchio successo del 1941, originariamente lanciato da Ferruccio Tagliavini nel film Voglio vivere così.

Cartoline è un brano scritto interamente dal M° Canfora e presentato per la prima volta durante la nona puntata di Sabato sera (3 giugno 1967), questa sorta di divertissement venne pubblicato soltanto in autunno e utilizzato contemporaneamente in un Carosello Barilla.


Il 45 giri contiene un inserto di quattro pagine che pubblicizzava la raccolta 4 anni di successi, all’interno della quale trovarono posto anche i due brani di questo singolo.

  • Interprete: Mina
  • Etichetta : RI – FI
  • Catalogo: RIFI – NP – 16232
  • Data di pubblicazione: 1967
  • Matrici: RR 827/73 – RR 827/74 B15
  • Supporto:vinile 45 giri
  • Dimensioni: 17,4 cm.
  • Facciate: 2
  • Gatefold sleeve with promo inner booklet / Copertina apribile con libretto interno

Brani / Tracks

LATO A

tu non mi lascerai  (galdieri – chiosso – d’anzi ) 

direzione orchestrale: AUGUSTO MARTELLI

LATO B

cartoline  (canfora )

direzione orchestrale: BRUNO CANFORA

           

                                                                                  Mina che tenta di imitare Giovanna D’ Arco

MINA LA CAMALEONTICA, MINA LA SOLITARIA

Sono più di 30  anni che non si mostra in
pubblico, le rare immagini che compaiono sui giornali sono rubate con il
teleobiettivo. Eppure, i suoi dischi si continuano a vendere, il suo
fan club aostano, l’unico che le è dedicato, è sempre vivo e vegeto.
Una, due volte l’anno esce il suo ultimo disco e va rapidamente
esaurito. Ha cantato da sola per anni, ora duetta con Celentano e con
Renato Zero. Che sia il preludio di un ritorno alle scene?
La vita di Mina, fino al 1978, è stata un continuo crescendo, sempre sotto gli occhi dei riflettori.
Anna
Maria Mazzini nasce a Busto Arsizio, anche se verrà chiamata tigre di
Cremona, e inizia a cantare con lo pseudonimo di Baby Gate. Esplode
subito alla televisione e fa parte dei personaggi più visti negli anni
del bianco e nero. Fenomeno di costume, di pari passi con il successo
aumenta la curiosità dei giornali nei suoi confronti.

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Mina insieme ad Adriano celentano

Le
sue vicende personali, come la morte nel 1965, in un incidente, del
fratello (anche lui cantante anche se di poca fortuna con lo pseudonimo
Geronimo), i molti amori tra i quali Walter Chiari, Corrado Pani da cui
ebbe il figlio Massimiliano nel 1963 e che le costò l’allontanamento
dalla Rai, la mormorata storia con Gian Maria Volonté mentre era ancora
legato a Carla Gravina da cui aveva avuto una
figlia, il
grande amore con il musicista Augusto Martelli durato parecchi anni e
mai sfociato nel matrimonio, il colpo di fulmine e matrimonio lampo con
il giornalista Virgilio Crocco, da cui avrà la seconda figlia Benedetta.
Di pari passi con gli amori e il successo canori, i film, gli spot
pubblicitari, i momenti di crisi, va la sua linea. Mina tende ad
ingrassare, eccola magrissima in seguito ad estenuanti diete, eccola
florida, con le guance paffute quando è lontana dai riflettori. Castana,
bionda, rossa, Mina si diverte con i travestimenti, come si diverte ad
usare la propria voce. Le sue canzoni più famose? Sono tantissime, anche
se non tutte belle. Dalle Mille bolle blu a Tintarella di luna con
l’urletto, a Brava con i vocalizzi, splendide Il cielo in una stanza, E
se domani, Se telefonando. Ha venduto settantasei milioni di dischi, ha
inciso più di mille canzoni, centodieci sono i suoi album, i primi dei
quali
sono ricercati dai collezionisti e possono essere
considerati una rarità. I testi delle sue canzoni sono stati scritti dai
migliori artisti, canta canzoni scritte per lei e rivisita canzoni dei
colleghi.

http://www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2010/03/mina_celentano.jpg

Mina ancora con l’ ineffabile Celentano

Casalinga
confinata a Lugano? Ma siamo matti? Lontana dalle follie della moda e
dalle esigenze sceniche, Mina ha abbandonato le diete ed è lievitata a
dismisura. Forse appagata sentimentalmente (un tempo si diceva che Mina
innamorata ingrassasse) dalla relazione con un medico, ha abbandonato
ogni velleità estetica, forse cucinerà, si dice sia una sua passione
come il poker o lo scopone a secondo delle fonti, ma non smette di
lavorare e se fino a qualche tempo fa produceva un album all’anno con
venti canzoni, dieci nuove e dieci rivisitate, ora è passata a due
appuntamenti: uno in primavera e uno in autunno. Qualche critico
schizzinoso dice che spesso si tratta di brutte canzoni, un fatto è
certo: ha accompagnato tre generazioni, perché tra i giovani, ci sono
molti suoi fans.

                                                            http://img26.imageshack.us/img26/6456/mina079182f.png

Mina è cresciuta a Cremona, città con la quale è in qualche modo identificata da quando la giornalista ed amica Natalia Aspesi coniò per lei il soprannome Tigre di Cremona.

Dopo alcuni anni passati in Brianza, il padre Giacomo Mazzini, detto
Mino, e la madre Regina Zoni, detta Gina, fanno ritorno a Cremona, loro
città natale, quando Mina aveva 3 anni. Poco tempo dopo nasce Alfredo,
detto Geronimo a causa del naso aquilino, che morirà in un incidente
stradale nel 1965: anch’egli aveva intrapreso la carriera di cantante.

Ad infonderle il primo amore per la musica è la nonna Amelia,
cantante lirica, che preme perché prenda lezioni di pianoforte, ma lo
studio non è fatto per lei..

All’età di tredici anni il padre la iscrive alla prestigiosa
Canottieri Baldesio, la società sportiva frequentata dalla buona
borghesia cremonese, diventa una discreta nuotatrice, partecipa a
diverse gare, in una competizione regionale arriva seconda. Proprio qui,
sul bordo della piscina, intorno ai 16 anni, conosce il suo primo
fidanzato, Daniele Parolini, un bel ragazzo prestante, terzino della
Cremonese. Parolini è poi diventato cronista sportivo al Corriere della Sera.

Dopo le medie presso il collegio di suore della Beata Vergine, inizia
a frequentare l’Istituto tecnico statale Beltrami, ma la partita doppia
non sarà mai la sua passione: studia svogliatamente e all’ultimo anno
viene bocciata, non si diplomerà più. Ha altri interessi, ama leggere,
in questi anni adolescenziali, soprattutto fantascienza, ma cantare
diventa subito la sua passione: si esibisce a scuola per i compagni.

Gli esordi

Mina nella sua casa a Cremona (1959)

Nell’estate del 1958, come ogni anno la famiglia Mazzini va in vacanza al mare a Forte dei Marmi, una sera alla Bussola gli amici la sfidano a salire sul palco: Mina accetta e facendosi dare il microfono da Don Marino Barreto,
il cantante di quella sera, si esibisce senza nessun imbarazzo. Il
proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive deve
frenare l’entusiasmo di quella ragazza esuberante che vuole
continuamente salire sul palco a cantare.

Mina è alta (178cm) e bella, piena di entusiasmo e simpatia (che
nascondono la profonda timidezza e paura che mai riuscirà a vincere
completamente), ha una voce eccezionale e particolare (che ha nutrito
con l’ascolto dei “mostri” americani Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan) e una gestualità stravagante che si sposa perfettamente col suo travolgente senso del ritmo.

In quegli anni a Cremona c’è un gruppo musicale che sta avendo un
certo successo, sia nazionale che internazionale, gli “Happy Boys”. Il
gruppo, fondato nel 1949
da Nino Donzelli , di cui fa parte anche il fratello Renzo, alla
chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo “Micio”
Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famoso
nelle balere del cremonese e inizia ad essere conosciuto anche a Mantova, Parma, Piacenza. Nel 1954 vengono invitati alla Bacchetta d’oro Pezziol, nota trasmissione radiofonica condotta da Nunzio Filogamo. L’impresario ebreo-egiziano, Davide Matalon nel 1956 li scrittura per delle serate e propone loro una turneé di tre mesi in Turchia.

Nel 1958,
a diciotto anni, dopo aver assistito alle loro esibizioni, Mina si reca
da Renzo Donzelli e si propone come cantante. Il gruppo ha in programma
una serie di esibizioni nelle balere della zona e dopo estenuanti
prove, Mina fa la prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino: il nome con cui viene presentata è Mina Georgi, il pubblico è entusiasta.

Ma il debutto vero e proprio avviene qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale della rassegna insieme ad un duo famosissimo di allora, Natalino Otto e Flo Sandon’s, protagonisti di molti successi e di una partecipazione al Festival di Sanremo.
L’esibizione di Mina è entusiasmante a tal punto che il pubblico chiede
a gran voce il bis. Tra gli organizzatori, pur soddisfatti, c’è un
certo imbarazzo, il bis doveva essere per Natalino Otto e Flo Sandon’s,
che vanno via un po’ risentiti. Alcuni anni dopo Flo Sandon’s ospite a Canzonissima ricordò l’episodio a Mina e pubblicamente ammise: «Quella volta tu, Mina, mi hai rovinato la serata».

Mina stessa ha ricordato quella prima volta sul quotidiano La Stampa del 22 settembre 2008:

…una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto
alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si
ricorda che l’abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver
cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò, perché
la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c’entrano loro?». Non aveva
le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di
quella primissima esperienza scappò via perché i genitori non
sapevano…non volevano. A diciott’anni era d’obbligo ubbidire. Ma non
l’aveva fatto. E doveva correre subito a rimettere l’abito a posto il
più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue
insistenze, il padre aveva convinto la madre: «Tanto, cosa vuoi, durerà
qualche settimana questa follia. Lasciamola fare». La lungagnona invece è
ancora qui…
“.

Anche il gruppo è entusiasta di Mina e Nino Donzelli invita il
manager Matalon ad assistere all’esibizione successiva prevista a Casteldidone.

195863: IL PERIODO ITALDISC

Mina con Wilma De Angelis, Johnny Dorelli, Domenico Modugno, Tonina Torrielli e Flo Sandon’s a Sanremo(1960)

195859: Mina & Baby Gate

Davide Matalon, gran patron della Italdisc,
all’inizio è un po’ titubante ma, convinto dal suo consulente musicale
Giulio Libano, che appena ascolta Mina per la prima volta ne è subito
entusiasta, le fa incidere quattro canzoni: Be bop a lula e When con l’etichetta Broadway e il nome di Baby Gate; Non partir e Malatia con l’etichetta Italdisc e il nome Mina.
In attesa di capire quale delle due immagini artistiche avrà il maggior
successo di pubblico, in questa primissima fase della carriera, Mina e
il suo alter-ego Baby Gate convivono sul mercato.

Per saggiarne le capacità, Matalon la fa partecipare alla Sei giorni della canzone, competizione canora milanese ripresa dalla televisione. Il 1° dicembre 1958, Mina, con il brano Proteggimi, partecipa alla serata inagurale al Teatro Smeraldo: presenta Corrado, ospite d’onore Mike Bongiorno. Arriva terza, è un successo.

Matalon offre agli Happy Boys l’occasione di una turneé in Turchia,
ma c’è un imprevisto, i genitori di Mina si oppongono, soprattutto il
padre, non vuole che la figlia abbandoni la scuola. Anche Fausto Coelli
decide di non partire per ragioni familiari. Rimasti a Cremona, Mina e
Fausto decidono di fondare un nuovo gruppo, insieme a Lino Pavesi al
sax, Lamberto “Memo” Fieschi al piano, Ermanno Scolari al contrabbasso
ed Enrico Grossi alla chitarra, fondano i Solitari. Il nuovo gruppo
debutta l’11 gennaio 1959
nella tavernetta dell’Hotel Continental di Cremona e, forte della
popolarità di Mina, riceve subito una serie di richieste dai locali
della zona, ma anche fuori provincia, al night club El Maroco di Milano e
poi una serie di esibizioni all’Hotel Moresco di Ischia.

Nel frattempo i due dischi di Mina editi dalla Italdisc andavano
straordinariamente bene, in un’epoca in cui vendere 70.000 copie era
un’impresa eccezionale, i due 45 giri superano singolarmente la quota di
100.000. Matalon le fa un contratto di tre anni, fino al 1961 con
l’impegno a incidere entro l’anno due 45 giri, ossia 4 canzoni. Come si usava allora, i pezzi da incidere vengono scelti tra le canzoni del Festival di Sanremo di quell’anno. La scelta cade su Nessuno, un tipico brano melodico cantato da Wilma De Angelis. Mina con una verve straordinaria ne stravolge la linearità cantandola in maniera sincopata e in fortissimo. La prima interpretazione pubblica di Nessuno col nuovo arrangiamento avviene al Festival Rock del Palazzo del ghiaccio di Milano.

Matalon aveva tentato più volte di far partecipare artisti della sua
casa discografica a trasmissioni televisive senza mai riuscirci, con
Mina invece arriva tutto facilmente. Debutta in televisione il 1º marzo 1959 nella popolare trasmissione Lascia o raddoppia condotta da Mike Bongiorno con il brano Nessuno.

195961: L’urlatrice

Proprio in quegli anni si andavano affermando dei giovani cantanti (Adriano Celentano, Tony Dallara, Joe Sentieri, ed altri) che proponevano in chiave italiana la nuova musica americana: il rock and roll. La stampa dà loro il nome di urlatori. Mina venne subito associata a questo gruppo. Il 4 aprile 1959 Mina viene chiamata a partecipare ad una puntata de Il Musichiere di Mario Riva dedicata agli urlatori: al centro della scena era stato posto un juke-box dal cui retro uscivano i cantanti, Mina canta Nessuno

L’ultimo 45 giri inciso come Baby Gate è Splish splash, presentato il 29 agosto 1959 nel programma Buone vacanze. Successivamente lo pseudonimo verrà abbandonato, visto l’esplodere del fenomeno-Mina. Con Nessuno partecipa anche alla Canzonissima 1959, condotta da Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi: duetta, tra gli altri, con Wilma De Angelis, interprete originale di Nessuno, e successivamente anche con Tonina Torrielli nel brano Tua, presentato al Sanremo di quell’anno da una “scandalosa” Jula de Palma e dalla stessa Torrielli.

Sempre nel 1959
arrivano i primi premi: il Juke Box d’oro e il Microfono d’oro, Mina ha
debuttato da appena un anno e ha già collezionato quindici 45 giri.

Con Tintarella di luna (1959) Mina raggiunge, invece, per la prima volta la prima posizione in hit-parade (16 gennaio 1960): il brano, divenuto in seguito un vero e proprio simbolo dell’epoca, viene inserito in film come Urlatori alla sbarra e Jukebox, urli d’amore, tra i primi esempi di musicarelli, ai quali partecipò anche Mina (in tutto ne interpretò tredici).

Nel 1960 Mina è in gara al Festival di Sanremo 1960: il 28 gennaio 1960 presenta Non sei felice in doppia esecuzione con Betty Curtis; il 29 gennaio 1960 presenta É vero in doppia esecuzione con Teddy Reno: il 30 gennaio si ripresenta con É vero.
Non vince, la canzone si classifica al settimo posto, ma per Mina è
comunque un successo, per la richiesta dei suoi dischi, la Italdisc è
costretta alla pubblicazione di due o tre 45 giri al mese.

In seguito esce Il cielo in una stanza, brano scritto da Gino Paoli che diventa il 45 giri più venduto dell’anno: entrerà in classifica anche in Spagna (Cielo en casa) e negli USA (The world we love in raggiunge la #90 di Billboard). Il cielo in una stanza
rimarrà in assoluto uno dei suoi massimi successi e può considerarsi
una prima evoluzione nella carriera di Mina, che da urlatrice scanzonata
(contemporaneamente usciva la famosa Zebra a pois) è in grado di rivelarsi anche interprete matura e raffinata della canzone d’autore.

Partecipa come ospite fissa nelle sei puntate del programma tv Sentimentale, dove presenta altri successi come la già citata Una zebra a pois e Briciole di baci. Inoltre ritorna a Canzonissima, dove nel corso della varie puntate propone alcune tra le sue più recenti incisioni (Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Folle banderuola ed È vero, in duetto con Umberto Bindi), unitamente a brani come Na sera ‘e Maggio (con cui giunge alla finale), O Sarracino, Ma l’amore no e Violino tzigano (in duetto con Marino Marini); Mina interpreta anche la delicatissima sigla finale Due note.

A
questo punto Mina è ormai famosa: sue sono le copertine dei giornali,
le canzoni alla radio. É la cantante più fotografata, inseguita,
richiesta e il tutto in brevissimo tempo. Sono in molti a invidiarle la
voce, a lanciare stilettate contro di lei, cattiverie che, se per molti
sono solo fastidiose come punture d’insetto, per Mina, sensibile e
cristallina di carattere, sono un dramma. I giornalisti sono sempre alla
ricerca di qualche scoop che la riguarda e vanno a caccia dei suoi veri
o presunti flirt che scandalizzano, tentano di mettere in piedi
costruzioni che destabilizzino il suo mito. Gli stessi che l’hanno
osannata e spronata quando non era nessuno cercano ora d’infangarla in
un continuo gioco d’amore e odio che usualmente s’instaura tra i
personaggi e la stampa.

Mina con i Pinguini nel 1960; a sinistra alla chitarra Pippo Franco

E più o meno ci riescono al Festival di Sanremo del 1961,
tutti la danno per vincente, la adulano, la rincorrono, ma Mina è
provata dall’anno di critiche, dall’essersi dovuta difendere da tutto e
tutti. Inoltre dal suo esordio, due anni prima, non ha avuto un attimo
di respiro. É stanca e stressata, il 26 gennaio 1961 si esibisce con Io amo tu ami in doppia esecuzione con Nelly Fioravanti, il 27 gennaio 1961 presenta Le mille bolle blu, in doppia esecuzione con Jenny Luna,
canzone troppo moderna alla quale si aggiunge il gesto con la mano
sulla bocca che a molti sembra uno sberleffo. I benpensanti non sono
disposti a chiudere un occhio e ancora una volta le scatenano contro una
campagna stampa negativa. L’atmosfera si surriscalda quando i
giornalisti raccolgono il malcontento e contrappongono a Mina quella che
poi diventerà la sua rivale per molto tempo: Milva. Il 28 gennaio 1961 è finalista con entrambe le canzoni. Si classifica al quarto posto con Io amo tu ami e al quinto con Le mille bolle blu.
Per Mina è la goccia che fa trabboccare il vaso, pieno di piccole
amarezze e ingiustizie. Viene colta da crisi di pianto e afferma di non
volere più partecipare a gare canore, Festival di Sanremo
compreso. Una promessa sempre mantenuta. Per questa ragazza genuina e
spontanea, che ha cominciato a cantare per gioco e ha portato avanti la
sua carriera come una festa, è una doccia fredda che la cambierà
profondamente.

Malgrado l’esperienza sanremese, la sua popolarità non viene minimanente intaccata e Le mille bolle blu
riscuote uno straordinario successo di vendite, ma soprattutto di
ascolti (in quegli anni la misura del successo di un brano era data
anche in base alla richiesta dello stesso nei juke-box).

1961-62: i trionfi all’estero

Nell’aprile del 1961 Mina parte per la Spagna, dove viene accolta al meglio. Mentre, nel mese di maggio, accompagnata dal maestro Bruno Canfora, intraprende un tour in Giappone: infatti, nel paese del sol levante, canzoni come Tintarella di luna e Il cielo in una stanza erano già popolarissime, e anche il musicarello Appuntamento ad Ischia aveva riscosso grande successo nelle sale. Per l’occasione Canfora compose la hit Anata to watashi (Tu ed io), che Mina interpretò in giapponese, insieme ad altri successi: un trionfo.

In agosto, invece, debutta a Caracas, dove partecipa al popolarissimo Renny show, sul Canale 2 della tv venezuelana: anche qui riscuote un successo clamoroso

La rentrée di Mina in Italia coincide con la messa in onda del programma tv Studio Uno, per la regia di Antonello Falqui: non c’è un vero e proprio conduttore, ma vari personaggi come Don Lurio, il Quartetto Cetra, le Gemelle Kessler, che si avvicendano l’uno con l’altro. Mina si esibisce alternando brani del suo recente repertorio (Anata to watashi, Bum, ahi! Che colpo di luna di Lelio Luttazzi, Chi sarà, Sciummo, Moliendo cafè, Cubetti di ghiaccio, Un tale, Giochi d’ombre, ecc…), a fantasie musicali dedicate a un genere ben preciso (come la canzone napoletana) o a un singolo autore (George Gershwin, ad esempio, di cui incide su disco una splendida versione di Summertime, dopo averla accennata in trasmissione).

Agli inizi del 1962 Mina è di nuovo in Spagna, dove stavolta appare anche in televisione. Subito dopo si reca a Parigi, dove si esibisce con successo all’Olympia.

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Mina (1962)

Inoltre, Gerhard Mendelson, produttore dell’etichetta discografica Polydor,
propone a Mina l’incisione di alcuni brani per il mercato tedesco: la
cantante accetta inaugurando una felice collaborazione col maestro
Werner Scharfenberger. Insieme incidono a Vienna Wenn du an wunder glaubst (versione tedesca de Il cielo in una stanza) e Heißer sand, primo di una lunga serie di brani scritti per lei proprio dal maestro Scharfenberger.

Sempre a Vienna,
Mina registra un varietà televisivo incentrato su di lei: ad
affiancarla, il più popolare cantante tedesco del momento e cioè Peter
Kraus, del quale Mina interpreta per l’occasione alcuni brani.

Il 12 marzo 1962 Mina appare anche alla tv tedesca nel programma Herzlichst ihr Peter Kraus, dove presenta Heißer sand: sin da subito si sprecano gli elogi per la sua voce, e in soli dieci giorni il disco vende ben 40.000 copie[,
arrivando al primo posto delle chart tedesche. Il 45 giri rimane in
classifica per ben trentun settimane, con oltre 1.300.000 copie vendute,
diventando in assoluto il singolo più venduto della sua carriera. A
tutt’oggi il brano è rimasto abbastanza popolare in Germania, tanto che nel 1992 i soldati tedeschi lo scelsero come inno della loro missione in Somalia.

L’enorme successo di Heißer sand, porterà alla realizzazione di numerose altre incisioni per il mercato tedesco: infatti, sempre in Germania, entrano in classifica anche Fiesta brasiliana e Tabu (#13, 1962), Capitano (#17, 1963), Mister twist (#33, 1963), Bis zum nächsten Mal (#35, 1963), Ja, die Liebe lebe hoch (#28, 1963) e Fremdes land (#39, 1963). Fiesta brasiliana viene inserita nel film Das haben die Mädchen gern (1962, mai uscito in Italia), sempre con Peter Kraus.

Nel frattempo, Mina ritorna al vertice dell’hit-parade italiana con Renato, successo del sudamericano Antonio Cortez. Sul retro del nuovo 45 giri c’è Eclisse twist, colonna sonora del film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (che seguì scrupolosamente la realizzazione del brano), interpretato da Monica Vitti, tra gli altri. Contemporaneamente gira Appuntamento in Riviera, musicarello sulla falsariga del precedente Appuntamento ad Ischia, che riesce a ripeterne il grande successo.

Inoltre vanno in onda i caroselli registrati per l’Industria Italiana della Birra, in cui Mina interpreta alcune celebri soubrette: Marylin Monroe, Rita Hayworth, Judy Garland, Josephine Baker, Anna Magnani, ecc…

Nel maggio del 1962 Mina debutta a Buenos Aires,
suscitando per l’ennesima volta clamore ed entusiasmo, mentre nel mese
di luglio, da un referendum svoltosi tra gli appassionati di musica
leggera in Germania, Austria e Svizzera tedesca, Mina risulta la cantante più popolare; certamente è la cantante più pagata del momento, in Europa.

Il 5 agosto 1962 partecipa al programma di Antonello Falqui Eva ed io, dove propone il nuovo 45 giri Chihuahua.

Il 30 settembre si esibisce dal vivo nel programma tv Alta pressione, al quale partecipa anche il fratello Alfredo.

Mina e Corrado Pani nel camerino del teatro (1963)

Il 12 ottobre ritorna Canzonissima e Mina partecipa a quattro delle dodici puntate andate in onda, giungendo alla finale del 6 gennaio 1963 con il cavallo di battaglia Il cielo in una stanza. Inoltre Mina canta anche (ma senza apparire) la sigla finale Stingimi forte i polsi, scritta da Dario Fo, che assieme a Franca Rame fu sospeso dalla conduzione del programma per i forti toni della sua satira politica, e fu sostituito da Gino Bramieri e Sandra Mondaini.

Nell’estate del 1962 conosce Corrado Pani, attore di teatro di grande talento, seguito e ammirato dal mondo femminile milanese e romano, aveva lavorato con Luchino Visconti in Rocco e i suoi fratelli ed era una voce nota della radio. Pani era sposato dal 1959
con Renata Monteduro ma ormai separato di fatto da diverso tempo.
Allora il divorzio in Italia non esisteva. La relazione diventa subito
di pubblico dominio, tutti i giorni le riviste riportano un nuovo
particolare, un giudizio critico, un nuovo sviluppo della storia, molto
spesso inventato e romanzato. La polemica arriva a livelli esagerati e
grotteschi. Perfino padre Virginio Rotondi,
noto al pubblico radiofonico per le sue trasmissioni sulla fede,
s’interessa alla vicenda con uno scambio di lettere con Mina, tutto
pubblicato sui giornali.

1963: l’ostracismo

Il 18 aprile 1963 nasce Massimiliano, chiamato familiarmente Paciuchino. La maternità le causa la “quarantena” da parte della Televisione di Stato,
mentre una parte della stampa continua ad additarla come peccatrice
pubblica. Niente riesce però a rovinare la felicità di Mina che ha
voluto questo figlio “illegale”. E la maggior parte del pubblico
dimostra comunque di amarla quando fa il suo rientro alla Bussola, in
agosto, con alcune serate di enorme successo. Durante tutto il 1963, le uniche apparizioni della cantante sul piccolo schermo sono alcuni caroselli dell’Industria Italiana della Birra, girati alla fine del 1962, e messi in onda da aprile ad agosto. Nove anni dopo, Mina ricorderà questo periodo in un’intervista su Playboy: «Il
massimo è stata una foto su “Epoca” dove io ridevo con Corrado con il
mio pancione, tranquilla, e sotto scritto “Cosa avrà da ridere?”, guarda
che è il massimo, me la ricorderò tutta la vita una cosa del genere.
Per cui capisci tu l’atteggiamento della stampa: me ne hanno tirato
addoso delle badilate e la gente non si è lasciata condizionare da
questo fatto, l’ha superato.
»

Oltre alla mera nota biografica, la vicenda di Mina ha rappresentato
una vera e propria evoluzione nel costume italiano: di fatto il pubblico
non mancò di esprimere la sua solidarietà, aspettando il suo ritorno
sulle scene. Ancora Mina, su Playboy: «…mai vista una serie
così di regali da tutta Italia, di lettere, “stai tranquilla”, per la
strada mi dicevano, “non ti devi preoccupare”.
»

196367: IL PERIODO Ri-Fi

Dopo il successo estivo di Stessa spiaggia stesso mare, si conclude il contratto con la Italdisc e Mina firma per la Ri-Fi, fino ad allora media etichetta discografica, nonché l’unica a darle fiducia in questo periodo di ostracismo.

Alla fine del 1963, Mina incide Città vuota, una delle sue canzoni più belle, pubblicata su disco tris assieme a È inutile e Valentino vale: il 45 giri scala immediatamente la hit-parade, arrivando addirittura alla #1 nell’aprile dell’anno successivo.

Dopo la nascita di Paciuchino, il grande amore con Pani entra in
crisi. Ricorda Corrado: “Era fatale che finisse così, io lavoravo molto,
lei quasi più di me. Eravamo costretti a vederci raramente. Il momento
magico si era spento. Mina, inotre aveva conosciuto Martelli. Così mi
ritirai”. Con Augusto Martelli Mina visse fino agli inizi del 1970.

Mina e Augusto Martelli

1964: Mina ritorna in televisione

Il 10 gennaio 1964 Mina ritorna ufficialmente in televisione nel programma di Mike Bongiorno La fiera dei sogni, dove presenta Città vuota ed È inutile. Tre mesi dopo partecipa nuovamente al programma, lanciando È l’uomo per me, con cui riconferma la sua leadership in hit-parade.

Il 2 maggio la RAI manda in onda Alla ribalta 2 – Speciale per Mina, dove la cantante propone Prendi una matita, Munasterio ‘e Santa Chiara e il nuovo successo È l’uomo per me. Poi esegue una fantasia di successi di Gigliola Cinquetti, Rita Pavone e Ornella Vanoni, le colleghe più popolari del momento. Inoltre si esibisce ne L’elisir d’amore, celebre romanza della Tosca. Allo show parteciparono ospiti come Adriano Celentano, Johnny Dorelli, Gorni Kramer, Lelio Luttazzi, Ugo Tognazzi, e altri.

Alla fine del mese esce il nuovo 45 giri Un buco nella sabbia, un brano a tematica balneare, che ricalca lo stile della Mina prima maniera e che ottiene uno straordinario successo in Giappone: Suna ni kieta namida, la versione in lingua, giungerà al primo posto in classifica. Alla fine dell’anno Mina verrà eletta migliore artista internazionale proprio in Giappone.

Mina e Johnny Dorelli durante la trasmissione “Johnny 7” (1964)

Un buco nella sabbia viene cantato dal vivo assieme a È l’uomo per me nel programma di fine estate Teatro 10, diretto da Antonello Falqui e con Lelio Luttazzi. I forti applausi del Teatro delle Vittorie dimostrano l’affetto e il sostegno del pubblico nei confronti di Mina,
ormai definitivamente “riesplosa” dopo lo scandalo. La cantante si
esibisce al pianoforte con Luttazzi, in una fantasia di successi scritti
proprio dal musicista triestino: alcuni come Bum, ahi che colpo di luna, Sentimentale e Una zebra a pois, erano stati portati al successo dalla Mina di qualche anno prima.

Esce il primo album per la Ri-Fi, intitolato Mina e quasi interamente composto da cover: gli unici due brani in italiano sono E se domani e Non illuderti. E se domani era stato presentato da Fausto Cigliano e Gene Pitney al Festival di Sanremo di quell’anno, ma senza arrivare in finale; Carlo Alberto Rossi,
autore ed editore del brano, convince Mina a recuperarlo e inserirlo
nel suo album, di cui rimarrà uno dei momenti migliori in assoluto.
L’album Mina viene, fra l’altro, eletto il migliore dell’anno dalla critica specializzata, riconoscimento che valse alla cantante l’Oscar del disco ’64.

Visto il successo di E se domani, il brano viene ricantato e proposto come retro di ben due singoli: Un anno d’amore, uscito alla fine del ’64, e Brava (1965). Il 45 giri Un anno d’amore
costituisce il suo personale record di permanenza in classifica con
sedici settimane consecutive alla #1 dell’hit-parade: successo
probabilmente dovuto all’accoppiata su un unico supporto di due delle
sue canzoni più belle in assoluto.

In settembre esce l’ennesimo 45 giri di successo, che comprende le canzoni Io sono quel che sono e Tu farai, presentate nel programma tv Il macchiettaro.

1965-66: regina a Studio Uno

Mina a Studio Uno compare per la prima volta senza sopracciglia (1965)

Mina e Alberto Sordi a Studio Uno nel celebre duetto (1966)

Mina e Nino Manfredi a Studio Uno nel (1965)

Nel 1965 Falqui riporta Mina in tv come conduttrice di Studio Uno. La formula è più o meno la stessa: in ogni puntata Mina esegue brani del suo repertorio (ad esempio Brava,
un divertissment costruito dal maestro Bruno Canfora, sulle sue
strabilianti possibilità vocali) e fantasie musicali a tema, per esempio
sull’ultimo Festival di Sanremo, di cui incide su 45 giri Se piangi, se ridi di Bobby Solo (canzone vincitrice). Nella rubrica L’uomo per me, Mina ospita Nino Manfredi, Vittorio Gassmann, Totò, Walter Chiari, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Peppino De Filippo, Adriano Celentano, Rossano Brazzi, duettando e interpretando sketch memorabili, perennemente riproposti dalla RAI. Al termine del programma, il cast al completo (Luciano Salce, le Gemelle Kessler, Paolo Panelli, Milly e Mina) propone una fantasia musicale abbinata a un quiz settimanale; la sigla finale cantata da Mina è Soli, di Antonio Amurri e del maestro Bruno Canfora, direttore d’orchestra di questa e delle successive edizioni del programma.

Viene pubblicato l’album Studio Uno, praticamente una raccolta dei suoi singoli di maggior successo nel biennio 1964/’65 (eccetto il successivo Ora o mai più): l’LP risulterà il più venduto dell’anno.

Inoltre, a partire da quest’anno, la cantante inizia a girare numerosi caroselli per la Barilla, diretta da registi come Piero Gherardi e Valerio Zurlini: gli spot realizzati saranno in tutto una sessantina e verranno girati fino alla fine del 1970. Molti anni dopo verrano riproposti in VHS e DVD, dati l’immutato interesse per il personaggio, la bellezza dei costumi, delle location e delle canzoni presentate.

A luglio del 1965 partecipa alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con la sua canzone per l’estate, L’ultima occasione, già cantata senza successo da Tony Del Monaco e in seguito ripresa addirittura da Tom Jones.

                                                      http://cdn.blogosfere.it/realityshow/images/gianni-morandi-canzonissima1-thumb.jpg
                                              
Mina armonizza in duetto con l’attuale presidente onorario del Bologna
FC Gianni Morandi

In autunno partecipa a due puntate de La prova del nove, dove fra l’altro ripropone il successo Due note riarrangiato dal maestro Gianni Ferrio. La sigla finale de La prova del nove è la già citata Ora o mai più, ennesimo 45 giri che scala i vertici dell’hit-parade: verrà incluso anche come brano d’apertura nella raccolta Mina & Gaber: un’ora con loro, realizzata dalla Ri-Fi, con le incisioni più recenti dei due amici, all’epoca compagni di scuderia. Il 1966 si apre con la pubblicazione di un 45 giri che comprende due delle canzoni partecipanti a Sanremo di quell’anno: Una casa in cima al mondo (presentata da Pino Donaggio e Claudio Villa) e Se tu non fossi qui (di Carlo Alberto Rossi e della moglie Marisa Terzi, presentata da Peppino Gagliardi e Pat Boone). Come ormai d’abitudine, Mina recupera i brani festivalieri che le sembrano più adatti, facendone due suoi successi personali.

Dopo il successo dell’anno precedente, nel 1966 Mina viene riconfermata come conduttrice di Studio Uno.
La trasmissione viene però divisa in quattro cicli da cinque puntate
ciascuna e ogni ciclo comprende una primadonna diversa: nei primi tre ci
sono rispettivamente Sandra Milo, Ornella Vanoni e Rita Pavone; nell’ultimo ciclo, quello di maggior successo, la primadonna è Mina.

In ogni puntata Mina ha un ospite d’onore, con cui duetta (Gilbert Bécaud, Romolo Valli) o fa loro da spalla (Paolo Panelli, Totò, Alberto Sordi). Ritornano le fantasie musicali, che quest’anno sono dedicate a Giovanni D’Anzi, Carlo Alberto Rossi, Gorni Kramer, Armando Trovajoli, e Bruno Canfora.

Anche in questa nuova edizione di Studio uno, Mina lancia le sue più recenti incisioni: nella prima puntata si presenta con Sono qui per te, scritta da Lina Wertmuller (co-autrice del programma), e prosegue con la celeberrima Se telefonando, scritta da Ennio Morricone su testo di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara.

Stranamente Se telefonando
si ferma all’ottavo posto in classifica (dove comunque rimarrà per
venti settimane), per poi diventare nel tempo una delle canzoni italiane
più note e più belle in assoluto.

Nella seconda puntata Mina presenta Ta-ra-ta-ta, mentre nell’ultima (all’interno dello spazio dedicato ad Alberto Sordi) canta la famosa Breve amore (You never told me), colonna sonora scritta da Piero Piccioni e dallo stesso Sordi per il film Fumo di Londra. Lo sketch di Sordi con Mina a Studio Uno ’66
è uno dei più replicati della trasmissione nel corso degli anni,
assieme a quelli con Totò, che fu ospite in entrambe le edizioni. Il
singolo contenente Ta-ra-ta-ta e Breve amore diverrà il 45 giri di Mina più venduto del 1966.

La sigla finale del programma è Mai così, scritta da Lina Wertmuller e dal maestro Canfora: in realtà doveva essere pubblicata su 45 giri al posto di Breve amore. Mai così verrà inserita, in una versione differente, nell’album Studio uno 66, altra raccolta di singoli del periodo.

In estate ritira a Venezia la Gondola d’oro per le vendite dell’anno precedente.

Esce l’album Mina 2, che per scelta del repertorio e stile interpretativo, rimanda al precedente Mina: due lavori di grande spessore.

In settembre Mina lancia un altro dei suoi classici: Sono come tu mi vuoi, sigla del programma radiofonico Gran varietà (alla prima edizione), condotto da Johnny Dorelli con la partecipazione della stessa Mina. Quarant’anni dopo, Sono come tu mi vuoi conoscerà una seconda giovinezza nella versione di Irene Grandi.

Mi sei scoppiato dentro il cuore, altro brano scritto da Lina Wertmuller e Bruno Canfora, fu presentato a Studio uno, ma uscì come singolo solamente nel mese di dicembre.

1967: Sabato sera

Nel febbraio 1967 esce un altro 45 giri con due canzoni in gara all’ultima (discussa) edizione del Festival di Sanremo: sul lato A L’immensità, grande successo di Don Backy e Johnny Dorelli, e sul lato B Canta ragazzina, sfortunato brano cantato da Bobby Solo e Connie Francis, recentemente riproposto come colonna sonora del film Il seme della discordia (2008), su autorizzazione della stessa Mina.

In aprile inizia Sabato sera, edizione 1967 del fortunato Studio uno, diretto da Antonello Falqui:
quest’anno Mina è l’unica padrona di casa, affiancata di volta in volta
a un diverso co-conduttore ospite della trasmissione. Gli ospiti fissi
del programma sono Lola Falana, Rocky Roberts e Franca Valeri. Di puntata in puntata, invece, si susseguono, tra gli altri, anche Johnny Dorelli, Armando Trovajoli, Paolo Panelli, Bice Valori, Renato Rascel, Rita Pavone, Giancarlo Giannini, Adriano Celentano, Sandra Milo, Giorgio Albertazzi.

Tante le canzoni presentate: alcune appena pubblicate (L’immensità, La banda di Chico Buarque de Hollanda, Se c’è una cosa che mi fa impazzire, Se tornasse caso mai, Sabati e domeniche, la sigla finale Conversazione, ecc…), altre nei molti numeri musicali proposti con i vari ospiti. Da segnalare la sua prima interpretazione de La musica è finita, di Umberto Bindi e Ornella Vanoni (incisa da Mina l’anno successivo), Michelle dei Beatles con un arrangiamento d’arpe, e la sua Addio (1965), proposta in una versione orchestrale registrata al Teatro Regio di Parma.
Infatti una delle differenze sostanziali rispetto alle precedenti
edizioni (oltre al cast, la scenografia e l’esecuzione dei brani) è
proprio l’ambientazione (esterna) di alcuni momenti pre-registrati del
programma.

Storico lo sketch in cui Mina invita i quattro presentatori più popolari della tv di allora, Mike Bongiorno, Corrado, Enzo Tortora e Pippo Baudo a cantare con lei una parodia del brano Quando dico che ti amo.

Come di consueto, la Ri-Fi pubblica un nuovo lp intitolato Sabato sera – Studio uno ’67, in cui confluiscono le sue più recenti incisioni su 45 giri, unitamente ad altri inediti incisi appositamente per l’album.

Mina con Enzo Tortora e Nino Benvenuti, che proprio quell’anno aveva vinto il titolo di campione del mondo dei pesi medi, a Sabato Sera (1967)

Mina e Lola Falana a Sabato Sera (1967)

Mina e Adriano Celentano a Sabato Sera in una parodia de La coppia più bella del mondo (1967)

La nascita della PDU

La banda, grande successo dell’estate 1967, è l’ultimo singolo ufficiale inciso per la Ri-Fi.
Stanca di discutere il proprio repertorio e di subire continuamente le
pressioni dei discografici, che la vorrebbero ogni anno al Festival di Sanremo, il 1° dicembre 1967 Mina apre a Lugano la PDU, unica casa discografica per la quale da allora ha inciso, cambiando solo la distribuzione.

Il primo disco pubblicato dalla PDU è un 45 giri comprendente sul lato A il brano Trenodia, rilettura del famoso Concerto di Aranjuez di Joaquim Rodrigo su testo di Giorgio Calabrese, e sul lato B I discorsi,
testo firmato dalla stessa Mina su musica di Augusto Martelli, nuovo
arrangiatore e compagno della cantante, dopo la fine della relazione con
Corrado Pani. In tre giorni il disco vende 25.000 copie e viene subito
ritirato dal mercato, poiché Joaquim Rodrigo non approva il lavoro di
Martelli su Trenodia, vale a dire su Concerto di Aranjuez: stessa sorte capiterà alle altre rivisitazioni del brano che in quel periodo erano state pubblicate da Richard Anthony e Fabrizio De Andrè, mentre quella di Dalida (Aranjuez la tua voce) fu risparmiata dall’autore. Il 45 giri viene allora ristampato mantenendo invariato il lato B I discorsi (scelta come sigla dei nuovi appuntamenti radiofonici con la cantante, i famosi Pomeriggi con Mina) e inserendo una nuova facciata A, La canzone di Marinella dell’allora sconosciuto Fabrizio De Andrè, che in seguito scriverà:

«Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella,
con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi
all’avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e
soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti».

I discorsi e La canzone di Marinella confluiscono anche nel primo lp edito dalla PDU e intitolato Dedicato a mio padre, anche perché la nuova etichetta era stata fondata da Mina proprio insieme al padre Giacomo. L’album comprende classici come Johnny guitar, Besame mucho, That old feelin’, The man that got away, eccetera, tratti dal repertorio americano e sudamericano, come negli album Mina (1964) e Mina 2 (1966).

1968

Successivamente incide su 45 giri due canzoni presentate a Sanremo ’68: sul lato A c’è Canzone per te, brano vincitore di Sergio Endrigo, cantato dall’autore e da Roberto Carlos nella doppia versione; sul lato B troviamo Che vale per me di Carlo Alberto Rossi e della moglie Marisa Terzi (già autori di Se tu non fossi qui, incisa due anni prima dalla Tigre), eliminata dalla gara nelle versioni di Eartha Kitt e Peppino Gagliardi. Le due canzoni verrano incise anche in spagnolo, all’interno del primo 45 giri esportato in Spagna dalla PDU (Canciòn para ti / De que servirà).

Nel frattempo la Ri-Fi continua a sfruttare materiale d’archivio: nel settembre 1967, a contratto già scaduto, l’etichetta milanese pubblica il 45 giri con gli inediti Tu non mi lascerai e Cartoline, incisi alcuni mesi prima (in realtà Cartoline era stata presentata dalla cantante in un carosello per la Barilla). Altro inedito Ri-Fi è Nel fondo del mio cuore: si tratta della seconda cover di Alberto Cortez nel repertorio della cantante, a cinque anni di distanza da Renato (1962), su testo italiano della stessa Mina: il brano viene pubblicata per la prima volta all’interno della raccolta 4 anni di successi, edita poco prima del periodo natalizio a fine 1967, anticipando quasi in contropiede l’uscita dell’album Dedicato a mio padre. Nel fondo del mio cuore uscirà su singolo nel febbraio 1968, ottenendo un discreto successo di vendite. Fino al 1969, la Ri-Fi continuerà a pubblicare altri 45 giri, spesso utilizzando brani precedentemente apparsi solo su album.

In sostanza, si ripete quanto era già accaduto con la Italdisc, che dal 1964 al 1968 immette sul mercato una serie di 33 (20 successi di Mina, Mina n. 7, Mina interpretata da Mina, ecc…) e 45 giri (A volte, Rhapsodie, Il cielo in una stanza, Young at love, Due note,
ecc…), utilizzando materiale d’archivio edito e non, spesso per
sfruttare di volta in volta le varie ondate di visibilità della
cantante.

Per festeggiare i dieci anni di carriera, il 14 aprile (giorno di Pasqua), Mina registra il suo primo album live alla Bussola di Marina di Pietrasanta:
il locale in cui esordì, è indissolubilmente legato alla cantante, che
negli anni vi si esibisce riscuotendo sempre le maggiori attenzioni da
parte di pubblico e stampa, diventandone infine una vera e propria
esclusiva, ospite fissa per intere stagioni dove si registra il tutto
esaurito.

Il progetto legato all’album Mina alla Bussola dal vivo
(che risulterà il più venduto dell’anno), comprendeva anche una ripresa
video a colori che non risultò valida sul piano tecnico, così come gran
parte delle registrazioni audio, il chè determinò il completamento
dell’album con brani in realtà incisi in studio. Ad ogni modo è da
apprezzare lo sforzo particolarmente ambizioso, intento a celebrare
dieci anni di straordinario, immutato successo (all’epoca nessun artista
era mai rimasto sulla cresta dell’onda per così tanti anni).

Fra la primavera e l’estate del ’68 escono, editi dalla PDU, i singoli Un colpo al cuore / Allegria e Regolarmente / Fantasia:
Mina è alla ricerca di un brano che possa riportarla nelle primissime
posizioni della hit-parade, cosa che per il momento sembra non accadere
malgrado la massiccia promozione televisiva.

Nel mese di giugno esce Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina, un allegato in omaggio agli abbonati delle riviste Amica, La domenica del corriere e Tribuna illustrata:
le dodici canzoni comprese nell’album erano state scelte dai lettori
delle tre riviste, che dovevano indicare quali canzoni avrebbe dovuto
incidere Mina, da una rosa di ottanta canzoni, fra le più belle della
musica leggera italiana. Oggi l’lp è uno dei più ricercati in assoluto
dai collezionisti. Fra le riletture più famose di quest’album, vi è
sicuramente La voce del silenzio, altra canzone recuperata da Sanremo ’68 (era stata presentata da Tony Del Monaco e Dionne Warwick), divenuta del tempo uno dei grandi classici della musica italiana, grazie all’interpretazione di Mina. La voce del silenzio è la prima canzone incisa da Mina, ad essere stata firmata da Paolo Limiti, amico e autore di fiducia della cantante, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta.

Nel mese di luglio, partecipa per la prima volta a Senza Rete, programma registrato all’Auditorium RAI di Napoli, in cui Mina canta una selezione dei suoi grandi successi, unitamente ad altri brani da lei recentemente incisi (Cry, Se stasera sono qui, Deborah, Un colpo al cuore). Inoltre esegue Amore, amore, amore, amore accompagnata da Piero Piccioni al pianoforte, e duetta in Goganga con Giorgio Gaber.

Il 28 settembre inizia Canzonissima, che Mina conduce con Paolo Panelli e Walter Chiari: il 21 dicembre la sigla finale del programma, Vorrei che fosse amore
(composta ancora da Bruno Canfora), riporta la cantante nelle zone alte
della hit-parade, dopo gli esiti lusinghieri, ma non esaltanti dei
singoli Zum zum zum (famosissima sigla di quella Canzonissima), Quand’ero piccola (colonna sonora del poliziesco A qualsiasi prezzo, di Emilio P. Miraglia) e Né come, né perché.

Esce anche l’lp Canzonissima ’68, con tutti i brani lanciati da Mina nel corso della trasmissione, e altre sue recenti incisioni su 45 giri.

Vorrei che fosse amore viene esportata dalla PDU anche in Spagna e in Francia, paesi dove Mina è ospite in trasmissioni televisive di punta. In Francia, Vorrei che fosse amore diventa , pubblicata su 45 giri assieme a Moi, je te regarde (Io innamorata). Esiste anche una versione inglese di Vorrei che fosse amore intitolata More than strangers.

Durante una puntata di Canzonissima, Federico Fellini, in collegamento con lo studio dal set di Satyricon,
si complimenta con la cantante sperando in una futura collaborazione
con lei, che si sarebbe dovuta concretizzare nel film (mai realizzato) Il viaggio di Mastorna, in cui Mina sarebbe stata l’attrice protagonista.

1969

Nel 1969, Mina pubblica l’ultimo 45 giri “sanremese” della sua discografia (Ma che freddo fa / Un’ora fa). Nel mese di marzo esce l’lp I discorsi, versione commercializzabile del precedente Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina, che non era uscito nei negozi poiché legato ad un concorso per i lettori delle riviste Rusconi. Rispetto al precedente album, I discorsi annovera due brani (La canzone di Marinella e la stessa I discorsi) in sostituzione di E se domani e La musica è finita, quest’ultima rimasta inspiegabilmente fuori catalogo per ben trentasei anni.

Il 45 giri primaverile comprende sul lato A Non credere (rifiutata, tra gli altri, da Iva Zanicchi) e sul lato B Dai dai domani (la brasiliana A praça di Carlos Imperial, tradotta in italiano da Paolo Limiti). Non credere, che da subito piacque moltissimo a Mina, fu promosso in moltissime trasmissioni radiofoniche e televisive (A che gioco giochiamo, Doppia coppia, È domenica ma senza impegno, Ieri e oggi, ecc…, ogni volta con una pettinatura differente).

Nel mese di giugno, Mina registra una seconda puntata di Senza Rete, dov’è affiancata ancora una volta da Giorgio Gaber
(che l’accompagnerà anche in tournée) e dove presenta i due brani
dell’ultimo 45 giri, dinnanzi all’entusiasmo generale della platea. Non credere
rimarrà per tutta la stagione estiva ai vertici dell’hit-parade,
rivelandosi uno dei grandissimi successi dell’anno (3° posto tra i
singoli più venduti), nonché il primo vero exploit commerciale della
PDU.

Nel mese di luglio esce Mina for you, album in inglese prodotto da James Nebb: cinque dei dodici brani erano già comparsi su Dedicato a mio padre, mentre gli altri vengono pubblicati per la prima volta in Italia su quest’album, che è strettamente legato ai due lp Mina e More than strangers, già prodotti dallo stesso James Nebb per il mercato anglo-sassone. Nebb è anche autore dell’evergreen No arms can ever hold you (in Italia Nessuno al mondo),
che Mina interpreta per l’occasione in versione originale. Augusto
Martelli, arrangiatore dell’album, si firma con lo pseudonimo Bob
Mitchell.

Successivamente esce la raccolta Incontro con Mina, che attinge soprattutto dall’lp I discorsi e dalla produzione a 45 giri del 1968.

Nel mese di novembre escono su singolo Un’ombra e I problemi del cuore: entrambe le canzoni vengono inserite (in una versione differente) anche nel nuovo lp Bugiardo più che mai… più incosciente che mai…, edito sempre alla fine dell’anno. Il titolo rimanda al brano principale dell’album, Bugiardo e incosciente, cover de La tieta di Juan Manuel Serrat, tradotta da Paolo Limiti:
si tratta di una delle più importanti incisioni di Mina, che da questo
momento in poi progredisce in modo lampante nel modo di interpretare le
canzoni, grazie anche ad un timbro vocale sempre più denso e al
caratteristico vibrato.

http://www.informazione.it/pruploads/f9e379ff-8957-4e7e-963d-b2a4ac9f7943/Mina%20e%20Paolo%20Limiti.jpg                                                                       
Una Mina in versione protopunk si diverte a fare da valletta a Paolo
Limiti nel programma “Il calderone” in onda alla Televisione della
Svizzera italiana (1970)

In questo periodo arrivano le richieste da parte di Frank Sinatra
per una collaborazione con Mina in una serie di spettacoli dal vivo,
che ne sancirebbero il definitivo lancio nello show business
statunitense, lancio mai avvenuto per rinuncia della stessa cantante,
che abbandonò il progetto a causa di un esaurimento nervoso.

Gli anni Settanta


Mina in una foto dei primi anni settanta : da notare l’ incredibile rassomiglianza con il cantante e grugnitore grunge Nevruz

Augusto Martelli, arrangiatore di molte sue canzoni, è ormai
considerato l’uomo di Mina, il loro matrimonio viene annunnciato varie
volte ma non sarà mai celebrato. Il 6 febbraio 1970,
Virgilio Crocco, un giornalista romano di 29 anni, la stessa età di
Mina, accompagnato dal collega Fabrizio Zampa, ex batterista dei
Flippers e amico di Mina, va ad ascoltare un concerto della Tigre a
Terni. Si conoscono nel camerino ed è colpo di fulmine. Crocco, elegante
e dai modi garbati, è molto diverso dagli uomini frequentati finora,
ricorda a Mina l’ambiente piccolo borghese e rassicurante della sua Cremona. Qualche incontro passionale forse a Lugano,
un articolo su Mina scritto da lui dove è evidente il coinvolgimento,
frequenti telefonate e 15 giorni dopo arrivano improvvise le nozze. Nel
pomeriggio del 25 febbraio 1970, l’avvocato Gino Colabianchi accompagna gli sposi a Trevignano, sul lago di Bracciano.
Mina, con dei capelli rossi e occhialoni gialli, porta dei pantaloni
svasati cammello, golf girocollo, cappotto lungo beige con cintura,
stivali gialli. Virgilio con i capelli spettinati è senza giacca,
camicia rosa, cratatta blu, pullover beige e pantaloni neri. Come
testimoni il ginecologo di Mina il dottor Umberto Mileti,
l’autista-segretario Sergio Palmieri con la moglie e il professor
Gabriele Murceu, amico dello sposo. Una bottiglia di champagne, la
lettura degli articoli del Codice e il sindaco, il ragionier Antonio
Luciani, li proclama marito e moglie. Gli impegni professionali dividono
subito gli sposi, due giorni dopo le nozze si esibisce a Bari. E’ in
questo periodo che si esibisce in televisione con Severino Gazzelloni nella celebre Fuga a due voci in do minore di Bach. I successi Grande grande grande (1971) ed E poi… (1973)
mostrano una Mina in splendida forma, languida, sensuale, accattivante,
tanto da essere la principale musa ispiratrice del celeberrimo duo di
compositori Mogol/Lucio Battisti, che le affidarono la trilogia di successi Insieme (1970), Io e te da soli e Amor mio (1971).

Mina e Lucio Battisti durante le prove a Teatro 10 (1972)

Dopo pochi mesi il matrimonio è già naufragato. Mina è sola quando l’11 novembre 1971,
alla clinica Mangiagalli, dà alla luce Benedetta, all’ottavo mese con
parto cesareo. Virgilio rimane amico di Mina, come molti suoi ex, fino
alla tragica morte. Nell’ottobre del 1973,
a La Crosse, nel Winsconsin, viene investito mentre rientrava in
albergo con un amico. Dopo la nascita di Benedetta inizia a frequentare
Alfredo Cerruti, discografico napoletano, la relazione dura circa tre
anni ma rimangono amici.

Nel 1972 è di nuovo protagonista di Teatro 10 con Alberto Lupo, con cui cantala sigla finale Parole parole.
D’estate, ancora alla Bussola di Bernardini, tiene una serie di
concerti dal vivo che diventano poi disco e “special” televisivo. A fine
anno esce il primo doppio album, 1+1 (con Dalla Bussola e Altro), che diventerà una consuetudine per molti anni. L’addio alle scene era già stato annunciato da Mina nel 1972,
anno in cui per tutta l’estate tenne una serie di concerti con una
grande orchestra composta da musicisti eccellenti proprio alla Bussola
di Marina di Pietrasanta (nella serata del 16 settembre venne registrato il live Dalla Bussola, e di fatto rimarrà questo l’unico concerto di Mina di cui esiste una ripresa filmata).

Nel 1973, però, la cantante riappare nei caroselli per la Cedrata Tassoni (che girerà fino al 1977). Fa un’unica apparizione televisiva in “Hai visto mai?”, dove presenta il singolo Lamento d’amore.

Mina e Raffaella Carrà a Milleluci (1974)
 

Mina e Raffaella Carrà nella puntata di Milleluci dedicata all’avanspettacolo (1974)

Mina e Nilla Pizzi a Milleluci (1974)

Il 1974 è l’anno del suo ultimo show televisivo, Milleluci, che la vede insieme a Raffaella Carrà. Sua è la sigla finale Non gioco più (un ironico avvertimento?). L’addio televisivo è in grande stile, infatti Milleluci
può essere definito l’ultimo grande show della Televisione italiana. Il
ritiro in video sembra definitivo, anche se la radio la vede ancora
partecipare a Gran varietà.

L’importante è finire (1975) e Ancora ancora ancora (1978)
vengono portate al successo da una Mina sempre meno visibile sui
teleschermi, ma sempre più libera e audace nelle proprie scelte musicali
e nella gestione della propria attività di cantante. Entrambi i testi
sono del cantautore Cristiano Malgioglio.

Il 1978
doveva essere l’anno del clamoroso ritorno di Mina alle esibizioni dal
vivo. I concerti si sarebbero tenuti a Bussoladomani, sempre a Viareggio,
e sarebbero dovuti essere quindici, coprendo tutta la stagione estiva:
in realtà furono solo undici a causa di un’infezione polmonare che colpì
la cantante prima della conclusione dei live-evento, che comunque
riscossero un successo enorme e insuperato in termini di coinvolgimento
popolare. L’ultimo di questi concerti prevedeva una ripresa televisiva e
la registrazione di un terzo disco dal vivo, poi ugualmente ricavato da
una prova audio che casualmente era stata predisposta dal tecnico
Nuccio Rinaldis proprio la sera dell’ultimo suo concerto in assoluto, il
23 agosto 1978. Il disco sarà intitolato semplicemente Mina Live ’78.

Sempre in quell’occasione Mina rilascerà quella che risulterà poi
essere la sua ultima intervista, a Rita Madaro dell’emittente privata Radio Taranto.

In molti si sono chiesti il perché di un ritiro a tempo
indeterminato, proprio all’apice di una popolarità che però era divenuta
probabilmente sin troppo vasta per essere gestita serenamente.

La sigla finale del programma Mille e una luce (estate 1978), in cui Mina presenta la sua Ancora ancora ancora
in modo particolarmente ammiccante (intervenne addirittura la censura
con la riduzione dei particolari sulla bocca), è ufficialmente la sua
ultima apparizione televisiva.

Sul finire degli anni ’70 inizia a frequentare il cardiochirurgo
Eugenio Quaini. Persona seria e discreta, più giovane di sette anni,
cremonese, è da sempre nel giro di amicizie di Mina, estraneo al mondo
dello spettacolo, diventa il punto di riferimento tra tante amarezze. Il
Quaini riesce a conciliare la convivenza con Mina a Lugano
con gli impegni professionali di alto profilo: membro dello staff
dell’unità operativa cardiochirurgica Angelo De Gasperis del Niguarda di
Milano, poi responsabile del dipartimento cardiovascolare della casa di
cura Poliambulanza a Brescia. A 60 anni si ritira dall’attività
aderendo all’iniziativa “Patto Generazionale 60” per lasciare spazio ai
giovani. Contunua l’attività come consulente degli Ospedali Riuniti di
Bergamo e della AB Medica. Il ministro Sirchia gli conferisce un
incarico al Consiglio Superiore della Sanità. Il 10 gennaio 2006 si sposano a Lugano, la stessa Mina in un articolo su Vanity Fair ne dà la notizia. La legge svizzera
impone alla moglie di cambiare il cognome con quello del marito, ma
questa modifica ha effetto solo sulle registrazioni anagrafiche locali.

Gli anni più recenti Anche dopo il ritiro dalle scene, molte sue canzoni diventano grandi successi, tra cui si ricordano Anche un uomo (1979), sigla del Rischiatutto; Morirò per te (che nel 1982 riesce ad entrare addirittura tra i primi 100 singoli della classifica dance americana di Billboard); Rose su rose, scritta dal figlio (1984); Questione di feeling (1985), duetto con Riccardo Cocciante; Via di qua (1986), duetto con Fausto Leali; Neve (1992), che innaugura la collaborazione con gli Audio 2; Volami nel cuore (1996), nonché tutto il disco Mina Celentano, realizzato nel 1998 col suo storico collega “molleggiato” Adriano Celentano; fino alle più recenti Oggi sono io (2001, cover di Alex Britti), Portati via (2005) e Mogol-Battisti (2006).

Dal 1972 al 1995 Mina pubblica un doppio disco all’anno, alternando cover e brani inediti. Nel 1996 Mina dedica – con un significativo gesto d’amore – un singolo album discografico alla sua città d’adozione: Cremona.
Da questo momento la sua produzione si diversifica alternando album di
brani inediti a monografie dedicate a generi musicali (canzone
napoletana, musica sacra) o autori celebri (Beatles, Frank Sinatra, Domenico Modugno, Renato Zero).
Intanto, chiude la lunga collaborazione artistica con Tallarini e per
le copertine si affida a Mauro Balletti. Stabilitasi definitivamente a Lugano (dove si era trasferita alla fine degli anni sessanta), chiede, ottenendola il 10 dicembre 1990, la cittadinanza elvetica. Nel 2001 la cantante torna a sorpresa sulle scene, ma solo attraverso Internet, sul portale Wind, dove vengono trasmesse le riprese di alcune sessioni di registrazione. Dalle riprese verrà tratto il DVD Mina in studio,
con vendite record che supereranno le 50.000 copie (in un periodo in
cui la media dei DVD era di circa 3.000 copie vendute per titolo).
L’evento, con un record di 15 milioni di contatti, è stato fra i più
seguiti di tutti i tempi in Italia.

Il 1° giugno 2001 viene insegnita dell’onoreficenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Negli ultimi anni ha iniziato a collaborare con quotidiani e riviste
in veste di opinionista. Scrive settimanalmente un articolo in prima
pagina per La Stampa e tiene una rubrica sul settimanale Vanity Fair, in cui risponde alle numerose lettere dei suoi fan.

Nel 2004 esce The Platinum Collection,
tripla raccolta di successi che supera le 600.000 copie vendute,
comparendo regolarmente in classifica anche negli anni successivi.

Attualità

Il 31 gennaio 2005 (ma era già pronto per dicembre 2004), esce Bula Bula, con due singoli di successo (Vai e vai e vai e Portati via), e la ghost-track Fever, sigla di apertura della trasmissione sportiva Quelli che il calcio.

Nello stesso anno esce anche un tributo a Frank Sinatra intitolato L’allieva.

Nel 2006 pubblica l’album di inediti Bau, anticipato dal singolo Mogol-Battisti (rendendo omaggio alla mitica coppia della musica italiana), cantato in duetto con Andrea Mingardi, il quale è anche autore di numerose canzoni del disco.

Nel 2007 duetta con Miguel Bosè rivisitando in lingua spagnola una delle sue canzoni più famose: Acqua e sale (Agua y sal), precedentemente cantata con Adriano Celentano.

Il 21 settembre 2007 esce l’album Todavía,
che contiene 14 tracce, 12 delle quali sono versioni in lingua spagnola
di alcuni dei suoi singoli più recenti, eccetto le storiche Parole parole e Un año de amor: il disco debutta direttamente alla #1 della classifica degli album più venduti.

A novembre dello stesso anno, esce anche un duetto con Giorgia in Poche parole, brano contenuto all’interno di Stonata, album della cantante romana.

Il 24 giugno 2008, La Repubblica riporta la notizia che Mina e Ornella Vanoni incideranno insieme un brano inedito, che successivamente risulterà essere scritto da Andrea Mingardi: Amiche mai[25].

Per i cinquant’anni di carriera, la RAI realizza una collana di 10 DVD (Mina – Gli anni Rai) col meglio delle sue apparizioni televisive, dagli esordi al 1978.

Il 17 febbraio 2009 è andato in onda un video, come sigla di apertura del 59° Festival della Canzone Italiana di Sanremo, rappresentante l’evoluzione della musica italiana nel corso degli anni, con il Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini cantato da Mina. Il brano fa parte del nuovo album di arie classiche uscito il 20 febbraio dal titolo Sulla tua bocca lo dirò. L’album verrà pubblicato in tutto il mondo, su etichetta Sony Classical.

Onorificenze

Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Record, statistiche e curiosità

La Tigre di Cremona componeva un ideale gruppo “zoologico” con le migliori voci femminili degli anni sessanta e settanta. Ricordiamo: Milva, soprannominata la Pantera di Goro; Iva Zanicchi, detta l´Aquila di Ligonchio; Orietta Berti, detta l’Usignolo di Cavriago; Nada, Il Pulcino del Gabbro, per la giovane età che aveva al suo esordio; Alice, soprannominata La Cerbiatta di Forlì dati i suoi grandi occhi.

  • Nonostante i vari film da lei interpretati, Mina non ha mai voluto
    trasformarsi in un’attrice vera e propria, nonostante le proposte di
    valore non le siano mai mancate. La più celebre (rifiutata dalla stessa
    cantante) fu quella propostale da Federico Fellini per “Il viaggio di G. Mastorna” (pellicola poi mai realizzata).
  • Dal 1958 a oggi, il 2004 e il 2008 sono stati gli unici anni in cui Mina non ha pubblicato nessun nuovo brano.
  • Mina è il personaggio che ha avuto più copertine sullo storico settimanale TV Sorrisi e Canzoni: dalla prima nel 1959 alla più recente del 2008, se ne contano in tutto 71.
  • È anche l’artista più presente in assoluto nelle classifiche di vendita italiane: secondo una ricerca del 1996, la somma di tutte le sue presenze in hit parade arrivava a più di 15 anni.
  • L’album più venduto è stato “Mina Celentano“,
    con 1.600.000 copie, cantato da Mina con Celentano. Il più venduto tra i
    suoi album è stato “Del mio meglio” (n°1) del 1970 che ha superato il
    milione di copie. Il più venduto album di inediti è stato invece
    “Attila”, doppio album del 1979 che quasi raggiunse il milione di copie.
  • La migliore imitazione di Mina è stata proposta da Loretta Goggi (dalla fine degli anni settanta in poi), che ne ha un po’ codificato lo schema caricaturale, utilizzato in séguito anche da altri imitatori. A partire dal 2006, Lucia Ocone ne ha proposto una nuova imitazione, presentata all’interno del reality show musicale “Music Farm“,
    nella quale Mina, in una sala di registrazione, canta svogliatamente le
    cose più improbabili, pur di far uscire nuovi dischi.
  • Ancora oggi può capitare di trovare delle fonti anagrafiche che,
    erroneamente, riportano «Annamaria Mazzini» come vero nome di Mina.

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