Descrizione
L’ OLIMPO DEI FUMETTI
COLLANA DI CLASSICI DEI COMICS
volume 5
RADIO PATTUGLIA RADIO PATROL
di Eddie Sullivan & Charlie Schmidt
PRESTIGIOSA ED INTRAMONTABILE COLLANA DI LIBRI A FUMETTI USCITA NEI PRIMI ANNI SETTANTA, CURATA DA PIER CARPI E RINALDO TRAINI
30 PICCOLI VOLUMI DAI GRANDI CONTENUTI CIASCUNO DEI QUALI MONOGRAFICO ED INTERAMENTE DEDICATO AD UNO DEI PIU’ GRANDI E CELEBRI CLASSICI DEL COMICS AMERICANO, A COSTITUIRE UNA BIBLIOTECA MASSICCIA, MASSIFICATA E MASSONICA CON TUTTI O QUASI I PIU’ POPOLARI E SIGNIFICATIVI PERSONAGGI DELL’ ETA’ D’ORO
QUESTO QUINTO RUGGENTE E ROMBANTE NUMERO DELLA COLLANA PROPONE A TUTELA DEL CITTADINO E DELLA SOCIETA’ I PLATEALI ED OSTENTATI BLITZ DELLA RADIO PATROL, LA PATTUGLIA MOBILE TELECOMANDATA DELLA POLIZIA USA SPONSORIZZATA DA HENRY FORD E DALLA HARLEY DAVIDSON E CON TANTO DI PULCIOSO CANE ACCESSORIO AL SEGUITO, CHE NELLA DEPRESSA AMERICA ANNI TRENTA PROSTRATA DALLA CRISI E INFESTATA DAL CRIMINE INSEGUIVA A SIRENE SPIEGATE LADRI, CONTRABBANDIERI, BORSANERISTI, GANGSTERS, PAPPONI, TOSSICI, ACCATTONI, HOBOES E TRAMPS E QUANDO LI ACCIUFFAVANO GLI FACEVANO UN CULO COSI’ (PERO’ A TURNO UNO ALLA VOLTA, ED IN RIGOROSO ORDINE GERARCHICO, PRIMA IL SERGENTE PAT POI LO SBIRRO COLLEGA SAM, SEGUITI DALL’ AGENTE IN GONNELLA MOLLY DAY E DAL MOCCIOSO PINKY ENTRAMBI MUNITI DI FALLO AUSILIARE IN LATTICE, INFINE IL POVERO CANE IRISH SEMPRE ULTIMO PER RIBADIRGLI CHE E’ UN GREGARIO E CHE INVECE IL CAPOBRANCO E’ L’ UOMO)
IL VOLUMETTO TASCABILE RADUNA SOTTO IL TITOLO UNICO E GLOBALE DI “CASSEFORTI, COLTELLI E PUPE” UN TRITTICO SEQUENZIALE DI CELEBRI ED APPASSIONANTI STORIE D’EPOCA:
– GLI SCASSINATORI DI CASSEFORTI
– IL LANCIATORE DI COLTELLI
– LE DUE SORELLE
IL CICLO DI STRISCE GIORNALIERE / DAILY STRIPS ALL’ INTERNO VA DAL 23-09-1935 ALL’ 11-07-1936, NELLA VERSIONE ARCAICA E VETUSTA ATTINTA DIRETTAMENTE DAGLI ALBI NERBINI DEGLI ANNI TRENTA E NEL SOLITO IMPROPRIO RIMONTAGGIO AGGRAVATO DA UNA TRADUZIONE A DIR POCO ANACRONISTICA ED OBSOLETA
INTRODUZIONE DI PIER CARPI
SUGAR EDITORE , 1971, VOLUME CARTONATO TASCABILE, 184 PAGINE, FORMATO cm.13×21, BIANCO E NERO
GLI AUTORI
EDDIE SULLIVAN E CHARLIE SCHMIDT
Le notizie biografiche del soggettista Eddie Sullivan e del disegnatore Charlie Schmidt che ci giungono dall’America sono assai scarse. Del primo sappiamo che collaborò spesso a vari serials radiofonici e che nel decennio compreso tra il 1920 e il 1930 la sua firma apparve spesso su giornali e riviste. Stephen Becker, nel suo Comic Art in America, ci. racconta che uncolumnist di nome Ed Sullivan collaborava con Walter Winchell alla realizzazione di Mac the Manager per il Graphic di New York del prestigioso Buschmiller: a ragione possiamo credere che quegli fosse il Sullivan che ci interessa. Di Charlie Schmidt sappiamo ancor meno se non la notizia, abbastanza credibile, che era di origine tedesca e che aveva collaborato con la polizia. Qualcuno ci ha suggerito, non sappiamo con quanta attendibilità, che Schmidt era stato un valente detective in patria prima di emigrare negli Stati Uniti e di affermarsi come disegnatore. Nel volume della Nostalgia Press dedicato a Gordon, l’estensore di una sommaria cronologia dei comics americani dell’« epoca d’oro » opera al nome dell’autore di Radio Patrol — che è riportato come Smith — un processo di americanizzazione (comune a molti immigrati) che egli, almeno sotto questo aspetto, rifiutò sempre firmando le sue strisce con il proprio nome d’origine. La collaborazione tra Sullivan e Schmidt iniziò comunque nel 1933, quando i due decisero di dar vita, su un giornale locale, a un personaggio che se dipanava le sue avventure su una tematica assolutamente attuale, l’avventura poliziesca, dall’altro puntava sulla figura di un ragazzo, in questo ricalcando fedelmente la tradizione delle funnies umoristiche, che con la sua intraprendenza doveva rappresentare in qualche modo il modello tanto caro a certa letteratura avventurosa ottocentesca. Il modulo di Sullivan e Schmidt dovette rivelarsi efficace se solo un anno dopo la strip era distribuita a livello nazionale anche se ben altri elementi erano entrati a farvi parte. Sullivan, nell’ideare il soggetto e nella realizzazione della sceneggiatura, tenne d’occhio soprattutto il cinema. Hollywood aveva già sfornato negli anni precedenti una serie di film che avevano portato la firma di Mervyn Le Boy, William A. Wellman e Howard Hawks. James Cagney, Edward G. Robinson e Paul Munì avevano creato l’archetipo dell’eroe degenere, collocato ai margini della società, protagonista diabolico eppure romantico della propria epoca. Sulle pagine a fumetti Chester Gould aveva già capovolto questa determinazione di ruoli, ma al villain rimaneva accreditata una caratterizzazione fortemente esaltante. Sullivan operò accortamente sul filo della situazione e della conclusione tradizionali della favola a lieto fine; ma non sarebbero stati molti gli elementi di spicco della Radio Patrol, a parte il ritmo spesso esemplare della sceneggiatura, se non fosse intervenuta la penna di Charlie Schmidt, dal segno grafico fortemente datato e qualche volta perfino goffo, ma ampiamente riscattato dalla composizione dinamica e dai motivi originali della figurazione. La cura dei particolari, il forte senso scenografico, la rappresentazione delle immagini spesso geniale e l’aderenza realistica dell’ambientazione arrivarono spesso a effetti sorprendenti. La descrizione grafica dei personaggi, assolutamente non idealizzati e abbastanza lontani dai modelli proposti dagli altri veicoli visuali, ne facevano un prodotto molto originale. Il naturalismo elegiaco del disegno, tanto caro alla moda dei tempi, era quasi del tutto assente. Se è vera l’origine tedesca di Schmidt, certo è facile trovare gli agganci culturali ai quali l’autore si rifece. Quel suo modo quasi dolente e impietoso di proporre l’immagine, la costruzione compositiva degli sfondi portata ai limiti del realismo fotografico, eppure reinventata come se intravista con occhi quasi disillusi ed estranei, quel raccontare, dietro l’agitarsi dei personaggi, una storia ben più triste e vera, senza compiacimenti stilistici fuori di ogni capacità mitizzante ed esaltata, suggeriscono un’ispirazione grafica intensa e sollecitante. Ma il mito di un’America asettica e perfezionista andava sempre più affermandosi e Radio Patrol, che Schmidt aveva legato al proprio stile pure se genuino, rimase isolato nella produzione di quei comics che se avevano con il passato profondi legami di linguaggio, dall’altro interpretavano a chiare note simboli e significati del tutto diversi da quelli ai quali Schmidt si era ispirato. Negli anni cinquanta mestamente e silenziosamente il comic dedicato alle sfreccianti auto della polizia fu soppresso senza ripensamenti, secondo la dura legge dei consumi che nulla concede fuori delle necessità di mercato: ben altri gadgets si stavano allestendo per i detectives in divisa e no. Tuttavia il trio Pat, Molly e Pinky (con l’inseparabile cane Irish) restano eroi più simpatici, più credibili e vulnerabili di altri giustizieri che succederanno a loro negli anni seguenti, come per esempio Batman e Robin. Le avventure poliziesche della Radio Pattuglia sono ancora capaci di destare una certa trepidazione nel lettore che finisce per condividere le ansie e le paure dei tre protagonisti.
I PERSONAGGI
RADIO PATTUGLIA (Radio Patrol) – II 1933 fu per gli Stati Uniti l’anno del New Deal: Franklin Delano Roosevelt rilanciava la dottrina dell’impegno unitario presso milioni di cittadini. Gli « anni ruggenti » erano ormai un ricordo che il «martedì nero» di Wall Street aveva irrimediabilmente trascinato via e la figura del boss del crimine, che il proibizionismo aveva fatto assurgere a modello quasi emblematico di una società confusa e contraddittoria, stava definitivamente tramontando: ora il nuovo eroe è i! poliziotto, umile servitore dello Stato ed estremo difensore della legalità.
Sulle pagine quadrettate dei comics la grande rivincita della società contro il crimine era già iniziata due anni prima, anche se le motivazioni che avevano favorito la nascita di personaggi come Dick Tracy di Chester Gould, trovavano riscontro più nella battaglia politica che non nell’impegno civile. Inoltre le nuove tendenze creavano i presupposti per l’allineamento dei mezzi di comunicazione di massa ai rinnovati gusti del pubblico scosso e influenzato da una sagace e massiccia mobilitazione psicologica.
Certamente dalla matrice intrattenitiva presero lo spunto il soggettista Eddie Sullivan e il disegnatore Charlie Schmidt, seguendo la moda dei tempi e in linea con la più recente tradizione delle strips naturalistiche, per coinvolgere la figura di un adolescente nell’avventura poliziesca. Nacque sulle pagine del Daily Record di Boston, Pinkerton Junior, una striscia che aveva come protagonista un imberbe e candido giovinetto proteso al trionfo della giustizia e che rinnovava, almeno nel nome, i fasti della più famosa agenzia investigativa americana. !l notevole successo che le avventure di Pinky e del suo cane Irish ebbero e la vasta eco di simpatia che raccolsero convinsero il King Features Syndicate ad assicurarsene i diritti su scala nazionale. Il King operava sul mercato americano e mondiale con una vasta gamma di characters che andavano sempre più affermandosi e la striscia di Pinky sembrava poter rappresentare una valida spalla da affiancare all’Agente Segreto X-9 di Alex Raymond. Ma era anche necessario inserire nel comic,che già possedeva elementi efficaci per attirare le simpatie del grosso pubblico — un ragazzo e un cane sono ingredienti tradizionalmente sicuri sui mercati di lingua inglese — una componente, nella fattispecie la presenza della polizia in divisa, che doveva riscattarlo dalla sua rappresentazione didascalica e inserirlo nella dimensione della realtà sociale di quegli anni. Sui quotidiani americani fece la sua comparsa, il 16 aprile del 1934, la striscia intitolata Radio Patrol (una nuova specialità della Polizia Dipartimentale), nella quale i due protagonisti di Pinkerton Junior furono affiancati dall’aitante sergente Pat e dalla belloccia Molly, una bionda detective regolarmente inquadrata nelle file della polizia a simboleggiare il ruolo della donna americana nella lotta senza quartiere contro il crimine organizzato.
Il sergente Pat, un ragazzone dal profilo teutonico — un carattere che si ripeterà spesso nel segno di Charlie Schmidt — e al quale non manca il rude coraggio del provinciale arruolatosi nella polizia per vocazione e forse per necessità, diventerà con il tempo il leader del quartetto e il titolare del comic.Gli farà difetto l’intraprendenza innocente che distingue Pinky e la leggiadra Molly: quest’ultima attenderà invano che dalla collaborazione in tante spericolate avventure nascano i presupposti matrimoniali con lo schivo Pat. Ilménage a quattro si trascinerà così in una cristallizzata situazione, vivificata dalla rappresentazione grafica, geniale ma non certo esaltante, di un’America minima e realistica. Fanno da contorno una serie di comprimari fortemente caratterizzati, fra i quali spiccano il tetragono e zazzeruto capo della polizia e l’agente Sammy, un grassone che costituirà con Pat il celebre duo della trasposizione cinematografica della Radio Patrol. Le avventure di Pat e dei suoi inseparabili compagni si snodano troppo spesso su canovacci fissi anche se i campioni di quella umanità dolente e reietta che agiscono sullo sfondo finiscono per diventare i veri protagonisti della storia: gli antagonisti non assumono mai però lo smalto geniale degli interpreti tout court del delitto, ma vestono quasi sempre i panni dimessi e dozzinali dei malandrini da quattro soldi. Ogni tanto Schmidt — come osserva Carlo Della Corte — incastrava « nella vicenda qualche sequenza in cui aveva la mano decisamente felice (e che del resto era funzionale rispetto all’assunto generale): cioè un furibondo inseguimento in auto, in mezzo a sparatorie, con guidatori stralunati o francamente impazziti. Le auto in fuga schizzavano letteralmente dalla penna, e anche a rivederle oggi, così arcaiche e patinate dal tempo, fanno un certo effetto », ma il disegnatore « aveva dalla sua una simpatica umiltà: non si lasciava mai troppo tentare dall’enfasi. L’apocalisse non era il suo forte, non scatenava l’un contro l’altro titani, colossi del Bene e del Male, ma gente di statura come la nostra, fosse dall’una o dall’altra parte della trincea». Nelle storie della Radio Patrol gli esponenti della malavita hanno il loro vero volto di squallidi interpreti di una condizione umana dolorosa e sciagurata. La rappresentazione amara di questa America eccentrica e i validi motivi di riflessione che il comic suggerisce anche a! lettore meno preoccupato ne fanno il prodotto significativo anche se singolare di tutta un’epoca.