Descrizione
PREMESSA: LA SUPERIORITA’ DELLA MUSICA SU VINILE E’ ANCOR OGGI SANCITA, NOTORIA ED EVIDENTE. NON TANTO DA UN PUNTO DI VISTA DI RESA, QUALITA’ E PULIZIA DEL SUONO, TANTOMENO DA QUELLO DEL RIMPIANTO RETROSPETTIVO E NOSTALGICO , MA SOPRATTUTTO DA QUELLO PIU’ PALPABILE ED INOPPUGNABILE DELL’ ESSENZA, DELL’ ANIMA E DELLA SUBLIMAZIONE CREATIVA. IL DISCO IN VINILE HA PULSAZIONE ARTISTICA, PASSIONE ARMONICA E SPLENDORE GRAFICO , E’ PIACEVOLE DA OSSERVARE E DA TENERE IN MANO, RISPLENDE, PROFUMA E VIBRA DI VITA, DI EMOZIONE E DI SENSIBILITA’. E’ TUTTO QUELLO CHE NON E’ E NON POTRA’ MAI ESSERE IL CD, CHE AL CONTRARIO E’ SOLO UN OGGETTO MERAMENTE COMMERCIALE, POVERO, ARIDO, CINICO, STERILE ED ORWELLIANO, UNA DEGENERAZIONE INDUSTRIALE SCHIZOFRENICA E NECROFILA, LA DESOLANTE SOLUZIONE FINALE DELL’ AVIDITA’ DEL MERCATO E DELL’ ARROGANZA DEI DISCOGRAFICI .
BUDDY HOLLY
the buddy holly story vol. 2
Disco LP 33 giri , 1985, Masters , MA 201185 , Holland
OTTIME CONDIZIONI, vinyl ex++/NM , cover ex++.
Buddy Holly, nome d’arte di Charles Hardin Holley (Lubbock, 7 settembre 1936 – Clear Lake, 3 febbraio 1959), è stato un cantante, cantautore e chitarrista statunitense. La sua musica, che passa dal pop al rockabilly ed al rock and roll
(egli fu proprio uno dei primi grandi interpreti di tal genere) lo
resero molto amato ed apprezzato dai giovani negli anni Cinquanta.
Macabra e miserabile compilation con 13 indimenticabili brani del leggendario e sfigatissimo Buddy Holly il nerd rockabilly tragicamente perito e deperito in un incidente schiantandosi con l’ aereo ( tocchiamoci sempre i maroni ogni volta che facciamo il check – in ) , conditi da un infuocato medley di tributo e da un paio di interviste concesse quando era vivo, perchè dopo – una volta morto, intendo dire – non ne ha più rilasciate.
- Etichetta: Masters
- Catalogo: 201185
- Data di pubblicazione: 1985
- Supporto:vinile 33 giri
- Tipo audio: stereo
- Dimensioni: 30 cm.
- Facciate: 2
- White paper inner sleeve
Track listing
- Part of early in the morning
- Learning the game
- Tv-interview with Dick Clark (american bandstand)
- It’s so easy
- Flower of my heart
- That’ll be the day / Peggy Sue / Oh boy
- Maybe baby
- Part of a interview with DJ Dale Owery of KTOP Topeka Kansas
- Rip it up
- Love is strange
- Gone
- You’re the one
- A TRIBUTE TO BUDDY HOLLY a) That’ll be the day b) Maybe baby c) Every day d) Keep-a-knockin’ e) Well all right f) Oh boy! *
- (Ummm, oh yeah) Dearest
* Joe Mauldin – bass
Jerry Allison – drums
Sonny Curtis – vocals & guitar
Warren Nickols – piano
Iniziò a cantare durante gli anni del liceo, e verso la metà degli anni Cinquanta cantava e suonava musica country and western in piccoli locali del sud–ovest degli Stati Uniti d’America. Sempre più attratto dalla musica rock, Holly registrò vari brani sia come solista sia come leader di un gruppo, i Crickets, per i quali firmò il grande successo “That’ll Be the Day” nel 1957. Il titolo di questa canzone era curiosamente ispirato a una frase che l’attore John Wayne ripeteva nel film Sentieri selvaggi, uscito l’anno prima.
Nello stesso anno il suo singolo “Peggy Sue Buddy Duet jessie jennings ” scalò le classifiche, rendendolo popolarissimo e pari ad Elvis Presley nello scatenare l’entusiasmo del pubblico. Holly e i Crickets ebbero un regolare programma radiofonico (1955–1958) e suonarono in tutto il mondo.
Il tono accattivante e il fascino fanciullesco della sua voce e
delle sue canzoni che valsero il successo a Buddy Holly segnarono però
anche il declino del rock and roll. Holly scrisse ed eseguì pezzi
memorabili, sia in versione solista sia con il complesso dei Crickets.
Nello stesso periodo Holly compì diverse apparizioni, sia da solo
sia con i Crickets, nei principali varietà televisivi statunitensi. La
fenomenale carriera di Holly fu bruscamente interrotta da un incidente
aereo; il 3 febbraio 1959, chiamato anche il “giorno in cui la musica
morì”, scomparvero con lui anche gli artisti rock Ritchie Valens e Big Bopper (nome d’arte di J.P. Richardson). La vita e i successi di Holly furono portati sullo schermo dal film The Buddy Holly Story (1978) e sui palcoscenici dal musical Buddy: The Buddy Holly Story (1990). Holly compariva come figura minore anche tra i personaggi del film La Bamba.
Il 16 settembre 2003
è stato dedicato alla sua figura un monumento nel luogo in cui avvenne
l’incidente mortale, ma questo non è l’unico tributo che gli è stato
donato: per esempio tante rockstar, influenzate dalla sua musica, hanno
inserito omaggi a Buddy Holly nei loro brani.
Valga per esempio della canzone (intitolata appunto “Buddy Holly“) dei Weezer, il cui videoclip fu inserito tra i contenuti bonus del CD di installazione del sistema operativo Microsoft Windows 95.
In Pulp Fiction di Quentin Tarantino, nel locale Jack Rabbit Slim’s a tema anni ’50 sono incluse le stelle dell’epoca, tra cui un cameriere travestito da Buddy Holly (Steve Buscemi).
I Beatles, quando ancora si chiamavano The Quarry Men, fecero una cover di That’ll be the day con 2 chitarre in una registrazione casereccia, che appare nell’Anthology 1.
La canzone American Pie di Don McLean,
è un tributo a Buddy Holly. Il brano parla dei terribili eventi del
“giorno in cui la musica morì”, il 3 febbraio 1959, in cui Buddy Holly
morì (insieme a Ritchie Valens e J.P. Richardson).
Il cantautore americano James Taylor ha riarrangiato Everyday, 30 anni dopo, in modo impeccabile evidenziando l’estro innovativo e mirabile dell’artista scomparso premuratamente.